Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

martedì 29 novembre 2011

DOVE FINIREMO NOI LAVORATORI DELLA SAFFA?

Riceviamo e pubblichiamo, perchè pensiamo che sia fondamentale, in questo momento così difficile, denunciare la mancanza di prospettive future di così tanti lavoratori e famiglie; denunciare l'assenza delle istituzioni nella ricerca di soluzioni praticabili per la soluzione di questi problemi; denunciare la scarsa informazione in merito e sul merito. La "forza" della lettera sta nel vissuto di questo operaio, comune ai molti suoi compagni di lavoro, comune ai molti lavoratori che in questi anni, nel magentino, e non solo, sono stati lasciati alla mercè di imprenditori senza scrupoli e affaristi vari. Se vogliamo cambiare qualcosa del nostro futuro, dobbiamo ripensare a forme di solidarietà dal basso, reale, costruttiva, altrimenti  avremo ...perso!
Buonasera…
Mi chiamo Mauro Branca, lavoro alla cartiera Reno de Medici dal 1988. Non sono una rsu, non rappresento una categoria, sono un lavoratore della cartiera. Mi è stato chiesto di venire qui stasera per spiegare la situazione in cui si trova lo stabilimento di Magenta, perché in effetti è vero che in giro non se ne parla, sono poche le informazioni su quella che è stata l’industria più importante della zona e dove oggi lavorano 160 dipendenti; anzi 150, per la precisione, visto che proprio da questo mese di novembre dieci lavoratori hanno accettato la mobilità.
Al momento, siamo 150 lavoratori in cassa integrazione ordinaria. Cassa integrazione ordinaria che la ditta, come tante altre, ha già fatto in passato, nei momenti di calo e di difficoltà. Ma questa volta è diverso. Questa cassa ordinaria nasce da un contesto di riorganizzazione del lavoro nei diversi stabilimenti della proprietà.
Ci dicono - la proprietà ai sindacati territoriali e le rsu - che la cassa integrazione è stata attuata in seguito al calo degli ordini. E ci hanno già annunciato che una seconda tranche verrà richiesta per il periodo febbraio – giugno 2012.
Ma non è vero che gli ordini sono calati. Sono stati “spostati”. Come?
Innanzitutto, per coloro che non ne fossero ancora a conoscenza, la “Saffa” non è più Reno De Medici, ma è passata alla multinazionale franco-canadese Cascades nel 2008 (una fusione tra le imprese).
Dall’entrata in Cascades vi sono stati diversi movimenti di ordini e produzione tra le diverse sedi. In particolare un movimento importante ha coinvolto la sede bolognese di Marzabotto: nel 2009 cassa integrazione ordinaria, nel 2010 la chiusura dello stabilimento. La produzione di Marzabotto è stata ripartita sugli altri stabilimenti, tra cui proprio il nostro di Magenta, che ha accolto non solo ordini ma anche il trasferimento di una parte di personale, quei lavoratori che hanno potuto o dovuto spostarsi sin qui.
Un altro fatto che va segnalato non riguarda direttamente la produzione della carta ma quella di energia per lo stabilimento. Fino a dicembre 2010 la Saffa aveva un contratto con Sondel per l’energia necessaria. Da dicembre 2010 però questo contratto non è stato rinnovato. Siamo passati all’auto-produzione con il nostro impianto interno che però ora non è più a norma e necessiterebbe di investimenti per un adeguamento. Questi investimenti non sono previsti dall’azienda.
A proposito di investimenti, , a differenza degli altri stabilimenti per quello di Pontenuovo non risultano stanziamenti. Anche questo dato non è irrilevante.
Sul fronte della produzione, sappiamo che una parte di quella che eseguivamo noi a Pontenuovo è stata dirottata su Santa Giustina (Belluno). Tanto è vero che non riuscendo Santa Giustina a smaltire tutta la produzione, soprattutto nei momenti di picco degli ordini, alcune fasi della lavorazione (tipo il taglio) la svolgiamo ancora noi.
Tornando alla situazione di lavoro, va detto che questa doppia cassa ordinaria stranamente la facciamo tutti insieme, non a turnazione come si fa in situazioni più normali (in pratica la produzione è completamente ferma, non a regime ridotto; in fabbrica non c’è quasi nessuno in questo momento).
Un altro fatto è la richiesta già annunciata di mobilità per altri 30 dipendenti, a partire da marzo 2012 (cioè al termine della seconda tranche di cassa integrazione). Chi farà questa mobilità è difficile da dire, visto che quei dieci che l’hanno accettata a novembre erano lavoratori più o meno prossimi alla pensione. Ma di lavoratori vicini alla pensione non ce ne sono più…
In pratica, anche quando dovessimo riprendere la produzione, il sito di Magenta risulterebbe molto snellito nei numeri. Da 160 dipendenti con cui ha iniziato la Cascades ne rimarrebbero 120. Quaranta lavoratori in meno: per far fronte alla produzione ma anche da gestire o sistemare…
Insomma, detto in poche parole, noi lavoratori della ex saffa di Pontenuovo, oggi in cassa integrazione, temiamo la chiusura dello stabilimento. E ne abbiamo segnali abbastanza chiari, che sono quelli che ho sopra descritti.
Ci sentiamo non solo in pericolo di perdere il posto di lavoro e la possibilità di mantenere le nostre famiglie, ma anche soli, perché stranamente della situazione della Saffa di Magenta non si parla. L’opinione pubblica non è informata.
La nostra prima richiesta è proprio questa: che l’amministrazione comunale e le istituzioni comincino ad interessarsi alla sorte di questo stabilimento e dei suoi lavoratori. Che la gente sappia che magenta potrebbe perdere questa sua importante industria: un altro duro colpo dopo la Novaceta !
Le prospettive per noi sarebbe veramente difficili. Un trasferimento? Dove, forse a santa giustina (bl ) o Villa Santa Lucia vicino Frosinone? Quanti ?
Non vorremmo fare la fine di Marzabotto, dove si sono accorti dello smantellamento quando ormai era troppo tardi, a cose fatte.
Chiediamo che l’amministrazione di Magenta interpelli i dirigenti e si faccia dare risposte precise sullo stabilimento di Magenta. Chiediamo di conoscere le reali intenzioni dell’azienda su Pontenuovo: una conferma ai nostri timori, ancora meglio una smentita, saremmo ben felici di star sbagliando il nostro giudizio!

Grazie a tutti.

Mauro Branca

Magenta, 24 novembre 2011

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