La Giunta provinciale non rispetta l’impegno vincolante in
base al quale Guido Podestà è stato eletto Presidente nel 2009. Il programma
prevede di revocare l’esternalizzazione avvenuta quattro anni fa con le Afol,
aziende speciali pubbliche cui è affidata la gestione dei servizi per l’impiego
e la formazione (CPI e CFP). Riportare all’interno tali servizi dovrebbe
assicurare “risparmi ed efficienza” e riunificare la gestione in un unico
soggetto. Invece, adesso Podestà vuole la privatizzazione: subito formale, con la trasformazione dell’Afol
Milano in società privatistica a capitale pubblico, in futuro anche sostanziale, con l’ingresso illimitato
di soci privati. Si può fare?
Sì, se tali
servizi avessero lo scopo di produrre utili; però in tal caso non si potrebbe
mantenere “una esclusiva del servizio”: occorrerebbe una gara, dopo aver
verificato - con delibera da pubblicizzare e inviare all’Autorità garante della
concorrenza e del mercato (art. 2, Dpcm 168/2010) - la realizzabilità della liberalizzazione. Ma ciò
non è avvenuto.
No, se tali
servizi sono “privi di rilevanza economica” (come sostenuto anche dal consulente
legale della Provincia, l’avvocato Valerio Menaldi, nella Commissione Lavoro
del 28 giugno), la legge non prevede la possibilità di costituire società di
capitali, che hanno uno scopo lucrativo incompatibile con la gratuità prevista per i servizi in questione
(stabilita dalla Convenzione OIL 181/97, ratificata dall’Italia nel 2000).