Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

mercoledì 30 novembre 2011

MODELLO MARCHIONNE


Dopo l’uscita da Confindustria , Marchionne annuncia che dal 1 gennaio 2012 verranno disdetti tutti i contratti attualmente vigenti nel gruppo . Ecco il passaggio della lettera recapitata ai sindacati: “In vista di un riassetto e di una armonizzazione delle discipline contrattuali collettive aziendali e territoriali che si sono succedute nel tempo e nell’ottica di renderle coerenti e compatibili con condizioni di competitività ed efficienza, vi comunichiamo il recesso a far data dal 1° gennaio 2012 da tutti i contratti applicati nel gruppo Fiat e da tutti gli altri contratti e accordi collettivi aziendali e territoriali vigenti”.
  In sintesi, il “grande manager” vuole estendere a tutti gli stabilimenti del gruppo , il modello Pomigliano. Quello che doveva essere un caso unico, il contratto di lavoro siglato a Pomigliano (poi esteso a Mirafiori e Grugliasco con qualche modifica)  verrà esteso in tutti i 184 stabilimenti (auto\industriali) e agli 86mila lavoratori del gruppo. Quell’accordo, che culminò con il drammatico referendum-truffa, sostenuto da Fim, Uil, Fismic, Angeletti e Bonanni, tanta stampa e politici, contrastato solo dalla Fiom, non aveva altro obiettivo che riportare le condizioni di lavoro agli anni ’50 ed eliminare il sindacato scomodo: aumenti discrezionali degli straordinari, tagli alle pause, aumento dei ritmi, nessuno spazio per scioperi, democrazia interna e per i sindacati non firmatari dell’accordo. Prendere o lasciare, questo era il modello, e l’unica riflessione che ci viene è questa: come hanno fatto i sindacati (?) suddetti a firmare quell’accordo che non tutela minimamente i lavoratori ma li riporta ad una specie di schiavismo? Si dice che l’art.8 della manovra di agosto è stato scritto dal ministro Sacconi, sotto dettatura della Fiat e si comincia a pensare che è vero; quello che consente alle parti di siglare accordi aziendali fuori dai contratti nazionali e fuori-legge. Di fatto Sacconi gli ha regalato una legge con effetto  retroattivo per neutralizzare una sentenza di condanna per antisindacalità. Marchionne ha già chiuso tre stabilimenti e del tanto decantato piano di investimenti non c’è traccia. La Fiom propone un referendum per l’abolizione dell’art.8 e il 16 dicembre uno sciopero generale di categoria. Per ora il governo Monti è cauto. A breve scopriremo con chi abbiamo a che fare.

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