Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

sabato 12 novembre 2011

CASSA INTEGRAZIONE DIPENDENTI PUBBLICI


Nella manovra si preparano le grandi manovre contro il pubblico impiego.

DDL stabilità 2011 lavoro: ecco cosa cambia

Cassa integrazione dipendenti pubblici – Viene disposto che le pubbliche amministrazioni che hanno problemi di personale in soprannumero  o che rilevino un esubero di personale possono collocare, previo preavviso, una parte del personale in disponibilità. Tale situazione prevede che sono sospese tute le obbligazioni inerente il rapporto di lavoro ed il lavoratore ha diritto ad una indennità pari all’80 per cento dello stipendio per un massimo di 24 mesi. L’articolo 18, come dichiarato dal ministro Tremonti non viene modificato e si attuano delle agevolazioni per favorire lo sviluppo del telelavoro.




Cosa accade dopo i 24 mesi?


 Commento dei sindacati 

Ddl stabilità, Cgil: mobilità statali è anticamera dei licenziamenti. Uil:
 norma inutilmente punitiva
ROMA - «Il maxiemendamento alla legge di stabilità è l'anticamera dei licenziamenti
 e di possibili gravi discriminazioni per i dipendenti pubblici
- sostiene il responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil, Michele Gentile -
 Non si tratta di una disposizione, come qualche incompetente ha detto, che prevede "finalmente" la mobilità, ma è un'operazione diversa: togliere di mezzo il sindacato, come non avviene nei settori privati, individuare con assoluta discrezionalità gli esuberi, stabilire discrezionalmente come e dove avviene la mobilità, senza alcun criterio conosciuto. Questo primo passo si accompagna ad una ulteriore "previsione" fino ad ora non attuata: il superamento delle dotazioni organiche che porterebbe automaticamente a far scattare esuberi non derivati da situazioni organizzative, ma da scelte di taglio alla spesa pubblica che il governo ha già compiuto nelle ultime 3 manovre».

«Mobilità per gli statali è una norma inutilmente punitiva».
«Inserire nel maxiemendamento del governo alla legge di stabilità la mobilità per i dipendenti pubblici sarebbe una norma inutilmente punitiva - dice Gianni De Nichilo, responsabile del servizio sindacale della Uil Pubblica amministrazione - Intanto bisogna dire che la mobilità per il pubblico impiego, intesa come trasferimento da un posto all'altro, sia nell'ambito della stessa amministrazione sia in altri uffici dello stesso comparto, è già prevista dal decreto legge 165 del 2001.A questo punto l'unica cosa che potrebbe fare il governo può essere quella di superare i vincoli che la legge 165 mette a garanzie del lavoratore sull'applicazione della mobilità per il pubblico impiego. In alcuni casi si tratti di una semplice informativa preventiva inviata alle organizzazioni sindacali, in altri di un vero e proprio esame congiunto del caso». Non solo, dice De Nichilo: «Anche il licenziamento per gli statali esiste già. Si chiama "messa in disponibilità" e l'amministrazione vi può ricorrere in una situazione di conclamato esubero, e dopo che il dipendente si sia rifiutato più volte di spostarsi in un altro ufficio. Le norme già esistono, ma non sono mai state applicate forse per carenze gestionali o politiche. Se si vogliono spostare le persone da un posto all'altro come pedine, è chiaro che noi siamo fortemente contrari». E poi, sostiene il sindacalista, non si capisce il perchè di una simile scelta in un emendamento alla legge di stabilità: «Forse è per dare un segnale all'Europa, ma è chiaro che da questa scelta non escono i risparmi per la pubblica amministrazione. Per risparmiare in termini di spesa pubblica, conclude De Nichilo, bisogna agire sugli sprechi, sui benefit, sui vitalizi e sui 2,5 mld all'anno spesi dalla P.a. per consulenze, che per la gran parte sono del tutto inutili».



 Potremmo provare a difendere il nostro posto di lavoro fino a quando ce l'abbiamo ancora?







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