L’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le persone, impegnando lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento.
Ma nei confronti di milioni di stranieri questo principio di uguaglianza è disatteso.
Le persone di origine straniera che vivono in Italia sono oggi circa 5 milioni, pari all’8 % della popolazione totale. Di questi circa 1/5 sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze, nati in gran parte in questo Paese. Solo al compimento della maggiore età si vedono riconosciuto il diritto a chiedere la cittadinanza.
A loro, alle loro famiglie, vengono per lo più frapposte barriere e limitazioni ingiustificate che danno luogo a disuguaglianze e ingiustizie.
Il lavoratore straniero regolare paga le tasse ma non può scegliere chi deve amministrare la città in cui vive.
19 organizzazioni della società civile hanno promosso una campagna nazionale per due proposte di legge di iniziativa popolare:
· una riforma del diritto di cittadinanza che preveda che i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani dalla nascita.
· una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni.
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