Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

lunedì 19 marzo 2012

Contro il Progetto di Legge Formigoni

La FLC CGIL aderisce al presidio che si terrà
il 27 marzo dalle ore 17.00
sotto il Pirellone in piazza Duca D'Aosta a Milano
(ADIACENZE DELLA STAZIONE CENTRALE)

Il presente documento, elaborato a più mani da rappresentanti dei coordinamenti precari aderenti a varie formazioni, si propone inoltre di portare la discussione in ogni istituto perché si comprenda il pericolo a cui è esposta la scuola italiana per iniziativa di una giunta lombarda, ormai screditata, che punta a distogliere l’attenzione dalle vicissitudini giudiziarie dei suoi componenti.

Respingiamo con forza il sabotaggio del sistema nazionale d’istruzione

Il progetto di legge regionale denominato “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione” approvato dalla Giunta della Regione Lombardia inserisce, con l’art.8, un nuovo tassello a un mosaico di provvedimenti legislativi, che, mettono pericolosamente in discussione il principio stesso di scuola pubblica statale improntata al principio dell’uguaglianza delle opportunità, strumento democratico di formazione di una cittadinanza libera, istruita, consapevole.

Queste le tappe che precedono il progetto di legge regionale:
- la L.R. Lombardia n.19/2007, prevedendo la possibilità di assolvere l’obbligo scolastico nell’ambito di strutture della formazione professionale, avvia troppo precocemente ragazzi di 14 anni fuori dalla scuola verso un percorso di istruzione/formazione dequalificato, destinato a cittadini con svantaggio sociale.
Istituisce il meccanismo della dote scuola che sposta risorse dal pubblico a privato
- Il D.Leg. 150/2009 (legge Brunetta) attribuisce al dirigente scolastico poteri di soggettiva valutazione della performance del personale, al di fuori di qualunque regola contrattuale, con discriminatorio inquadramento in categorie di merito. Sminuisce il ruolo della contrattazione integrativa d’istituto sottraendovi prerogative, depotenziano il ruolo delle RSU e riducendo le tutele per i lavoratori. Aumenta il potere sanzionatorio del dirigente scolastico, abrogando al contempo il ruolo degli organismi di garanzia.
- L’art. 8 della legge finanziaria 2011 (recepito dal pdl regionale) prevede la possibilità di derogare i contratti nazionali a livello aziendale in materia di licenziamento, organizzazione oraria, mansionario e inquadramento del personale.

Oggi l’art. 8 della nuova proposta di legge regionale introduce nuovi principi:
- “a partire dall’a.s.. 2012/2013, a titolo sperimentale, le istituzioni scolastiche possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali.”
- È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico.”
Reclutamento diretto, quindi, con chiamata nominativa da parte dei singoli istituti, di docenti e/o ‘esperti’ selezionati in base all’adesione aprioristica a un progetto che non hanno contribuito a formulare con le modalità democratiche proprie degli organi collegiali.
Si legge chiaramente l’intenzione di costruire un sistema scolastico regionale svincolato dal sistema nazionale di istruzione, in cui l’arbitrarietà dei criteri di selezione del personale precario o di ruolo, si coniuga con la creazione di una quota docenti condizionati dall’autorità del dirigente scolastico e non più liberi di esprimersi negli organi collegiali.
Perseguendo un presunto efficientismo aziendalistico c’è il rischio di assistere alla formazione di una costellazione di scuole articolate come nicchie ideologiche o confessionali, negazione del principio costituzionale della libertà di insegnamento, realizzabile solo in una scuola laica e pluralista, aperta al libero confronto delle opinioni.
Indeboliti e ricattabili i lavoratori si troveranno nell’impossibilità di denunciare abusi e malfunzionamenti senza correre il rischio di perdere il ‘gradimento’ del selezionatore.
Il tandem Formigoni – Aprea chiama sperimentazione un progetto che nasce fuori dalla scuola e che punta a sostituire il sistema nazionale d’istruzione in nome di un presunto regionalismo governato di volta in volta dalle maggioranze politiche di turno.

In seguito a quanto esposto:
CHIEDIAMO
Alla Giunta della Lombardia di ritirare non soltanto l’art.8, ma tutti gli articoli del pdl regionale orientati a derogare in peggio le condizioni di lavoro previste dai contratti nazionali.
Al governo di difendere le prerogative costituzionali e legislative, respingendo la sperimentazione lombarda, al ministro Profumo di non avallare una deriva regionalistica nella gestione del reclutamento.

PROPONIAMO
La difesa e il rilancio della Scuola Pubblica Statale, duramente colpita dai tagli dei ministri Gelmini e Tremonti, con il ripristino di adeguati organici, risorse finanziarie e politiche attive a sostegno di modelli formativi inclusivi già presenti nell’ordinamento vigente.
La salvaguardia dei canali istituzionali di reclutamento, garanzia di formazione ed esperienza del personale, di trasparenza e imparzialità nelle assunzioni pubbliche e non mero “strumento burocratico”, come affermato dall’assessore Aprea.
L’assunzione in ruolo del personale docente su tutte le cattedre disponibili, unico provvedimento adatto a consentire la tenuta della qualità del servizio nelle nostre scuole statali.
La formazione obbligatoria di tutto il personale in servizio, finanziata pubblicamente e centrata sulle reali esigenze didattiche-educative .

INVITIAMO
Tutti i lavoratori della scuola, gli studenti, i genitori e i cittadini a sostenere e ad aderire alle iniziative e alle mobilitazioni che saranno costruite nelle prossime settimane a partire dal presidio che si svolgerà sotto la sede della Regione Lombardia

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