Il Manifesto
Uno "straordinario
motore per la crescita". Lo annuncia il ministero di Corrado Passera per
illustrare il decreto Sviluppo che oggi andrà in scena al Consiglio dei
ministri. Qual è l'ideona? Sempre la stessa: mani libere ai
costruttori. Non si pagherà l'Iva per costruire "le grandi opere
infrastrutturali". Confindustria va in sollucchero.
Qualche legislatura fa, un estroso presidente
del Consiglio, per convincere gli italiani (e Confindustria e le
banche) che con lui era arrivato il momento della crescita, si faceva
invitare in televisione e con un pennarello in mano cominciava a
tracciare sgorbi su una lavagna, erano ponti, autostrade, tangenziali,
gallerie. Le mitiche infrastrutture. Colate di cemento su uno dei
territori più devastati d'Europa. Dava anche i numeri dei nuovi posti di
lavoro, nell'ordine dei milioni. Ieri, tanto per anticipare la «ciccia»
del piano Monti sulla crescita che va in scena oggi al primo consiglio
dei ministri dopo le vacanze, il vice ministro allo Sviluppo Mario
Ciaccia - il titolare del ministero è Passera - ha ribadito la sua idea
grandiosa: l'esenzione totale dell'Iva sulle nuove opere per raggiungere
«l'ambizioso obiettivo di realizzare un considerevole numero di
infrastrutture diversamente mai realizzabili» e di conseguenza
«innescare uno straordinario motore per la creazione di posti di lavoro,
che prudenzialmente indico in diverse centinaia di migliaia di unità».
Come sono modesti gli uomini del governo tecnico. La stessa identica
idea, peraltro bocciata, era venuta a un certo Tremonti.