Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

domenica 18 marzo 2012

L’INTRUSO: QUELLO CHE POSSIAMO FARE


Cap 10 del Dao De jing (Tao Te Ching)
Per esempio, far si che l’intelligenza e destino si abbraccino,
e non si separino.
O accorgersi del fatto che respiriamo e adoperarlo,
perché può far capaci di agire come principianti.
E così smetterla di rimestare nel torbido di idee troppo
Inutilmente complicate.
Nei rapporti con gli altri o se si hanno responsabilità
Aspettarsi il meno possibile.
E nell’alternarsi di fortuna e sfortuna,
allenarsi a guardarle passare tutte e due.
E così nel cercare di orientarsi nelle cose del mondo,
usare la quiete come senso di orientamento.
Se ti riesce di combinare qualcosa coltivalo,
senza credere però di farlo tuo.
E, appena ti fabbrichi un pensiero,
non credere mai troppo a quello che ti passi per la testa.
E’ questo il metodo migliore di adoperare la vita.

Opera attribuita a Lao Zi (Lao Tze)  un cinese che sembra vissuto intorno a 2500 anni fa . Se è vero che tutti i libri importanti sono manuali di sopravvivenza, vale a dire ci forniscono quel minimo di indicazioni per orientarci a malapena nel mondo, il Dao De Jing, assieme agli altri due della tradizione filosofica Taoista (Zhuang Zi, Lie Zi), rappresenta per noi un formidabile manuale per disimparare. Si mette l’accento sull’importanza dell’imparare, giustamente va da sé, ma si dimentica che vi sono alcune cose che bisogna assolutamente disimparare, per esempio il servilismo e la seduzione del potere soprattutto. Quest’ultima è una malattia endemica e capillare che si annida in tutti, anche in quelli che pensano e dicono e sbraitano il contrario, e se non si riesce a vincerla tutto quello che si fa non ha valore, di certo non cambia di un briciolo le cose. In questo senso sono libri di quelli curativi, se è vero come è vero che tale filosofia (nel senso antico di Arte del vivere) è stata il traino delle rivolte in tutto l’arco della storia cinese. In essenza,  ciò che propongono è un radicale cambio di prospettiva,  una strategia che renda impossibile l’atteggiamento servile, e nel contempo attivi le possibilità di una mente non rigida e perennemente fissata sui propri contenuti. In ballo non c’è cosa si pensa ma come, se il come è lo stesso dell’oppressore non c’è scampo. C’è bisogno però di un allenamento, altrimenti si seguiranno le abitudini, l’influenza interessata e i solchi già segnati, l’allenamento a scoprire tutto ciò che non ci serve, anzi è dannoso. Si avranno delle sorprese.
Volgere il carro a Nord per  andare a Sud, è un proverbio cinese, ma è pure l’attività giornaliera in cui siamo impegnati. Qualcuno, forse a ragione, invitava a meditare almeno per dieci minuti al giorno, e così  l’orizzonte del possibile potrà apparire quasi infinito.
Liberamente tratto da “Alfalibri”

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