Le RIFORME in Italia si fermano sempre sulla soglia di San Pietro. Per chi vuole cambiare un Paese immutabile, arriva sempre il momento in cui la chiesa suona la campanella di fine ricreazione. Stavolta è arrivato presto. La fulminea sparizione dell’Ici (o Imu) sui beni ecclesiastici dal decreto del governo è un brutto segnale per quanti speravano nel riformismo di Monti. Sembrava la volta buona. Avevamo creduto tutti che il governo dei tecnici avesse l’autorità, la serietà e diciamo pure la decenza di cancellare un privilegio assurdo, antieuropeo e inviso alla stragrande maggioranza dei cittadini, cattolici compresi, come l’esenzione fiscale sulle proprietà della Chiesa.