Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

domenica 7 agosto 2011

Riflessioni sulla caccia

I commenti scaturiti dal post “Festa per le doppiette” (vedere) ci inducono ad alcune riflessioni. La prima di natura socio-economica. Se nell’Italia anteguerra, la caccia costituiva una importante fonte alimentare integrativa nella prevalente attività rurale, oggi, nell’epoca della sovrapproduzione alimentare, è un non senso. Muta, sociologicamente, il quadro di riferimento: passione, tradizione, contatto con la natura (?).
Di fatto, dati ISTAT, i cacciatori passano da 1 564 492 nel 1987, a 751 876 nel 2007, in Lombardia 100 000 (non saranno i famosi 100 000 fucili pronti a fare la rivoluzione, di bossiana memoria ?) Battute a parte, armi, munizioni, abbigliamento, coltelleria, ottiche, allevamento di cani e accessori, secondo EXA 2011, creano occupazione a 45 000 addetti nel settore. Dalla stessa fonte si ricava che: il 54% dei cacciatori spende in una stagione dai 2000 ai
4900 euro, un 12% dai 5000 ai 7508 e un altro 12% oltre i 7500 euro. Sembrerebbe, vista la fonte non sospetta, uno “sport” per benestanti! Un mercato, non solo redditizio, al quale i politici prestano molta attenzione, perché serbatoio di voti.
Prescindiamo, ma non sottovalutiamo. Poniamo altre questioni. L’errore fondamentale è sempre stato quello di ritenere la selvaggina una risorsa infinita. Tanto che oggi, per molte specie di uccelli, si deve ricorrere all’allevamento, ripopolamento artificiale. Segnale questo, inequivocabile di un progressivo impoverimento,  già compromesso. Tanto più che diminuendo progressivamente le aree naturali, si è costretto le specie a vivere sempre più in “nicchie” ristrette. Molte di queste specie sono insettivore (oltre che granivore); la loro diminuzione altera progressivamente gli equilibri delle diverse reti alimentari, provocando nel medio-lungo periodo, danni e squilibri negli ecosistemi. Non ultimo sono i pallini di piombo e piombo nichelati, metalli altamente tossici, sparsi nell’ambiente. Confidiamo poi,  nel senso civico dei cacciatori nella raccolta dei bossoli (plastica o cartone e metallo).
Vale a questo punto citare il genio, l’astro nascente della Lega Nord, Renzo Bossi : “ Territorio, passione e tradizione: queste le radici profonde del nostro sì alla caccia in deroga. Una richiesta del territorio ascoltata e tradotta in risposta concreta. La Lega Nord del resto non ha mai voltato le spalle al mondo venatorio”. Potremmo fare troppi facili commenti, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

1 commento:

  1. Grazie Fabio ,

    hai fornito nozioni preziosissime , molte cose non le sapevo.
    E' stato davvero molto interessante :)

    Chiara G

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