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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

sabato 9 luglio 2011

Malpensa, “disastro ecologico”. Tanto….non è nel mio cortile!

Terza pista a Malpensa, piano investimenti SEA (2010-2020): costo 1,3 miliardi di euro, con una previsione di 38 milioni passeggeri/anno, contro i 18 attuali. 
L’utilità di una nuova pista, dopo gli abbandoni di Alitalia e Lufthansa, lascia perplessi la maggior parte degli operatori del settore, perfino Confindustria (Assoaereo). Solo Regione Lombardia sostiene il potenziamento aeroportuale. A parte il fiume di denaro pubblico che verrà impiegato, la disputa , tutta politica, con lo scalo di Fiumicino, la ulteriore fusione sul territorio di grandi infrastrutture (Milano 2015, polo Rho-fiera), qui c’è ben altro.
Nell’area critica, (100 km quadrati / 250.000 abitanti ), intorno all’aeroporto sono stati riscontrati: 
1) un aumento della mortalità per malattie respiratorie del 54,1% e dei ricoveri ospedalieri del 23,8%, contro medie in tutta la provincia di Varese del 14 e del 7,8% (dati Asl Prov. Va dal 1997 al 2009);
2) livelli di ozono, idrocarburi, metalli pesanti e particolato, superiori alle soglie consentite (Relazione Arpa Lombardia); 
3) morie di uccelli e desertificazione dei boschi (relazione Corpo Forestale dello Stato, comando di Va); 
4) presenza a livello critico di inquinanti cancerogeni (studio Università Cattolica Bs). 

In una nota del Ministero dell’Ambiente del 7/10/2010 si definire Malpensa “disastro ecologico”. Come spesso accade, dati e dossier sono stati tenuti nascosti dagli Enti che dovevano tutelare la salute dei cittadini e la tutela ambientale. Vengono alla luce per una inchiesta condotta da “Il Fatto Quotidiano”, oltre che a denunce e lotte dei Comuni, associazioni, singoli cittadini. Il vice-sindaco di Castrate Sempione afferma che:” la terza pista è solo un pretesto per requisire nuove aree e proseguire lo sviluppo cementizio del Parco del Ticino”. 

L’area critica include i comuni di Turbigo e Buscate, in linea d’aria dalla nostra zona pochi km Logica vuole che, pur non essendo nell’area di decollo, con i motori alla max potenza e max sversamento di idrocarburi, il magentino è zona geograficamente sensibile. Ciò a maggior ragione se il potenziamento dello scalo assumerà le proporzioni previste dal piano. La costruzione di grandi infrastrutture hanno effetti ad ampio raggio con ricadute non facilmente valutabili nelle diverse aree concentriche interessate. Infrastruttura richiama infrastruttura, in un circolo vizioso, un abbraccio mortale per il territorio. Una macchia d’olio che piano piano si espande, riduce la qualità della vita dei cittadini, la biodiversità, le particolarità di un territorio. Per usare una metafora, il barbecue del mio vicino rende l’aria irrespirabile, anche se non è nel mio cortile!

Fabio

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