Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

venerdì 8 luglio 2011

NO TAV - Val Susa... questione di punti di vista.

Scontro tra Valsusini e Stato: una contraddizione aperta nelle democrazie ai tempi della globalizzazione. Chi decide il futuro di un territorio: i suoi abitanti o l’autorità di governo? Deve prevalere l’interesse locale o generale? A detta dei valligiani, l’interesse generale proprio non esiste. Vediamo le ragioni delle parti:

Governo
1) la linea ferroviaria ad alta capacità Torino - Lione favorirà il trasporto merci con l'Europa, sempre più globalizzata
2) costo complessivo 16-17 miliardi di euro da impiegare per 10 anni con un contributo europeo; aumento dell'occupazione e benessere della valle.
3) potenziamento del traffico merci su rotaia meno inquinante



Amministratori locali, associazioni, cittadini
1) esiste una linea internazionale che passa per il Frejus a doppio binario usata solo al 30%, perché non potenziarla?
2) dove si prenderanno questi capitali? Tagli alla scuola,sanità, ecc...?Infatti il contributo europeo è minimo.
3) la costruzione di 70 km di gallerie, dieci anni di cantieri e lavori (sapendo che in Italia costi e tempi si allungano inesorabilmente) determineranno un numero incalcolabile di viaggi dei camion.
4) trasporto di materiale pericoloso (uranio), consumo di enormi quantità di energia e inquinamento. Si pensi invece a risanare il territorio, le risorse idriche, il patrimonio artistico.


L’altra contraddizione è l’uso della forza. Il Governo per imporre le sue scelte militarizza il territorio. Contravviene alla regola base della democrazia, il dialogo nella soluzione dei problemi. Tanto più, quando annovera nelle sue fila i rappresentanti della Lega Nord, a parole paladini della difesa e tutela territoriale, delle sue tradizioni e via dicendo.
Riflessioni: il caso della Val di Susa si può estendere a tutto il territorio italiano. Grandi opere, attuate in modo sbrigativo da un esecutivo managerial-decisionista vengono imposte ovunque.
La TAV nel magentino, il progetto Malpensa-tangenziale ovest. Oltre ai danni incalcolabili al Parco del Ticino e a quello Agricolo sud Milano, si destrutturano anche le economie di vaste aree. Si pensi ai terreni agricoli delle nostre zone: risaie, marcite e allevamenti, maisicoltura. Sono terreni tra i più fertili, ad alta resa, perché derivati dall’accumulo alluvionale millenario dei sedimenti alpini. Sono una risorsa insostituibile. Una volta distrutti aumenteranno la nostra dipendenza alimentare. Aumenteranno supermercati e traffici di merci provenienti da altre aree e paesi. La globalizzazione si potenzia, quando le scelte, anche a livello locale, non sono attente. I nostri amministratori dovrebbero seriamente cominciare a pensare ed agire in modo diverso. E i cittadini controllare attentamente. 

Consentiteci:iniziate a pensare e guardare a diversi orizzonti!

Fabio

7 commenti:

  1. Buongiorno,

    Spero si apra un dibattito su questo argomento,qui le mie provocazioni :

    1)C'è piu' guadagno dei privati (indi pochi pochissimi) nel potenziamento di una risorsa esistente oppure nella creazione di qualcosa di nuovo , finanziati dall'unione Europea e sfruttando la manodopera a basso costo?..

    2)I Capitali..tagli sul pubblico,vessazioni agli strati piu' bassi,è cosi' dall'Epoca dei Romani...

    3)Se gia' deturpano il territorio con una costruzione inutile ed antiecologica ..non credo che si siano posti il problema dei camion....è gia' incluso nel progetto.

    4)Risanare il territorio porta benefici all'oligarchia?

    Attendo...

    Caia

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  2. Il finanziamento europeo è intorno ai 600-700 milioni di euro, poca cosa se rapportato ai 17-20 miliardi previsti. Ma già diverse fonti parlano di oltre 22 miliardi. Costo che è difficile quantificare ora, visto come vanno le grandi opere in Italia!E' evidente, e si evince anche dalla tua osservazione, che i profitti nel primo caso, salgono esponenzialmente.Crescono il "sottobosco", i comitati d'affari, i partiti ci sguazzano. Più i fenomeni di malgoverno si diffondono, diventano capillari , più diventano difficili da sradicare. I camion trasportano materiali contenenti uranio e amianto. Possiamo quantificare i danni arrecati alla salute dei valsusini? Questo, consentimi, è un altro "vizio"italiano: non computare mai i costi dell'impatto sulla salute e sull'ambiente.Sapendo poi che, i due aspetti si auto-alimentano in un processo detto di feed-back negativo: peggiorando l'uno, si peggiora anche l'altro, in un circolo vizioso, fino a saturazione. Penso che l'oligarchia è tale perchè decidono i pochi per i molti( che delegano)! Manca una cultura della democrazia diretta, del fare politica come atto, gesto quotidiano, in difesa dei beni comuni. Quando ciò accade, immancabilmente assistiamo a fenomeni come in ValSusa. Un territorio, in quanto entità ristretta, non può interessare agli oligarchi, sono i suoi abitanti che devono capirlo, tutelarlo e difenderlo , quando necessario. Fabio

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  3. Ciao Fabio ,

    stai sfondando una porta aperta , la pensiamo esattamente alla stessa maniera , non mi resta altro che sottoscrivere e diffondere il pensiero.
    Ma perchè i molti accettano? (anche se mi sono accorta che accettano finche' non li si tocca "a casa loro" )... ci sono tante realta' a cui tutti devono interessarsi e sensibilizzarsi , realta' che i media , supervisionati sempre dai pochi del sistema sminuiscono o spesso nascondono.

    Come si puo' abbattere questa linea di confine?
    Fare qualcosa di realmente DIVERSO?

    CA.

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  4. Ciao Caia
    Mi poni domande alle quali non basterebbe una vita per risponderti. Ci provo, sapendo che non potrò essere completo. Butto lì degli spunti.
    Le trasformazioni che avvengono (territoriali ad es) non sono "lette" allo stesso modo da osservatori diversi. Perchè uno stesso fenomeno è visto da angolazioni diverse, a volte diametralmente opposte?
    1 Credo che ognuno di noi ha diversi (nel doppio senso, tanti e altri)strumenti di lettura. Questi "strumenti" sono il risultato della nostra storia personale: esperienza, conoscenza e sapere, capacità, sensibilità, ecc inserite in contesti sociali determinati. Complessità enorme.Una digressione. Quando parlo di cultura non intendo titoli o meriti ma semplicemente conoscenza del proprio ambiente. Perchè non riusciresti a vivere una settimana in un deserto o in una foresta? Perchè non conosci le loro risorse, il loro uso, ecc E'un sapere antico, tramandato, consolidato da prove ed errori,e non ti appartiene. E' per questo che mi fanno ridere quelli che parlano di "civiltà" superiori!
    2 Impegnarsi a studiare, pensare, mettersi in gioco, esporsi, in una parola lottare che per difendere ciò che riteniamo giusto, non solo costa fatica, ci espone socialmente e non sempre ci sentiamo adeguati. Meglio delegare (deresponsabilizzarci) e svuotare il cervello. La vita diventa relativamente tranquilla.
    3 Paradossalmente penso che il confine si supera quando le condizioni di vita materiale ci spingono oltre di esso. Ci stiamo avvicinando.
    4Una volta si diceva:"pensare globalmente ed agire localmente". Ancora valido a mio avviso.Ma anche superare il senso di isolamento, impotenza, ai quali ci hanno portato. Riuscire a confluire in una esperienza collettiva per costruire qualcosa. Lì si misurano le nostre capacità, ecc, ecc. Facile a dirsi, vero? Spero di esserti stato utile
    Ciao Fabio

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  5. Ciao Fabio,

    Vediamo:

    1)Ho capito è una sorta di selezione naturale ai limiti dell'adattamento...e ci sara' minimo un pluralismo su ogni questione,da qui gli attriti.Stiamo quasi giustificando questa politica...
    2)La maggior parte delle persone svuota il cervello senza accorgersi di svuotarlo , semplicemente ..si disinteressa.Abbiamo abbastanza distrazioni , credo non sia difficile.La maggior parte delle persone non sarebbe disposta a sacrificare neanche il 10 percento di quel che ha per una giusta causa..Ancora giustificazione...
    3)Se ho capito il concetto : PIENAMENTE D ACCORDO. Ci stiamo avvicinando? No , ancora troppo surplus.e' quasi auspicabile una catastrofe naturale o una discesa di Spirito Santo.
    4)Le mie ultime esperienze di COLLETTIVO sono state a dire poco terrificanti,con esito di : abbandonata sul campo. Continuo comunque a crederci, dal "pochi" possiamo diventare "tanti"

    CA

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  6. Ciao Caia
    Non ho capito cosa intendi:"Stiamo quasi giustificando questa politica". Le mie erano considerazioni sulla domanda che poni nella tua del 14/07.."Perchè i molti accettano"? Assolutamente non giustifico questa politica e tanto meno ad una sorta di selezione naturale. Ho chiara la complessità sociale e non solo. Tra le certezze che ho c'è questa:" se sai puoi scegliere, se non sai gli altri scelgono per te". E non sempre scelgono in base ai tuoi bisogni e/o desideri. Però il tuo sapere individuale è poca cosa se non inserito e usato come sapere sociale, collettivo. Non trovi? E' una delle ragioni per cui sono in questo blog. Non sufficiente a raggiungere i più, pienamente consapevole. Come dici tu, dal pochi a molti , a volte le distanze si accorciano.Fabio

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  7. Ciao Fabio,

    Non voleva essere una provocazione la mia , solo una falsariga di letture di un possibile scorritore del blog, e la sottolineavo.
    Questo Blog mi piace e sarei contenta se cominciassero a parlare sempre piu' persone cosi' da potere aprire un bel confronto ed un vero scambio di idee.
    Nel mio caso,non ho la presunzione di possedere un sapere,sono piuttosto giovane,ma mi piace dire la mia,se puo' essere utile al fine di costruire,unire,migliorare.
    Sono fiduciosa.Un goccia oggi...una domani... arriveranno altre persone.

    Tornando alla TAV... ci hanno chiesto un bel compromesso (per non dire IMPOSTO)..è un prezzo a cui non si fa lo sconto.
    In questi giorni ho seguito poco gli ultimi sviluppi.
    A che punto stiamo?
    Parliamoci francamente..c è una possibilita' di smuovere qualcosa?Anche qua riserbo fiducia.

    Ciao,

    CA

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