Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

sabato 9 luglio 2011

Brevi riflessioni su cantieri e riciclaggio


Esiste uno strettissimo legame fra bilanci comunali e nuove costruzioni, in particolare le abitazioni. Le spese correnti dei comuni (ad esempio gli stipendi dei dipendenti), sono finanziati proprio ed in gran parte dagli oneri di urbanizzazione pagati dai costruttori per l’ottenimento dei permessi per realizzare le nuove costruzioni.
Negli ultimi dieci anni, lo stato ha diminuito drasticamente i trasferimenti economici ai comuni e con l’imposizione del patto di stabilità le capacità di spesa dei comuni stessi. Risulta assai semplice comprendere perché la maggioranza degli enti locali scelga la realizzazione di nuove costruzioni: incamerare oneri da parte dei costruttori e far stare in piedi i loro bilanci. Questo, purtroppo, indipendentemente dal colore politico dei sindaci.
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Approfondiamo la questione considerando il verificarsi dell’insediamento di nuove realtà legate alla criminalità organizzata determinatosi nel nostro territorio. Tali realtà sono ormai emerse con evidenza nell’ultimo periodo (vedi la sequenza di arresti delle forze dell’ordine degli ultimi due anni). Pensiamo inoltre che solo a Magenta gli alloggi sfitti sono intorno alle mille unità. Ma allora perché si continua ad edificare nuove abitazioni se così tante sono inutilizzate fra quelle già esistenti? Si deve considerare la probabilità che nell’edilizia vengano comunque investiti capitali non sempre riconducibili ad attività lecite. Questo produce possibilità di reinserire nel circolo lecito anche parte di denaro proveniente da fonti illecite. In sostanza i comuni, per necessità economiche, realizzano piani urbanistici generali (prima i piani regolatori ed oggi i piani di governo del territorio) con ampie previsioni per realizzare grandi quantità di nuove abitazioni. Questo consente ai comuni di incamerare nuovi oneri dai costruttori. Si produce, magari anche inconsapevolmente, un binomio inscindibile fra necessità economiche dei bilanci comunali e attività illecite che investono nell’edilizia.

Che fare per cambiare questa situazione? La risposta deve giungere sia dalla politica, che dall’urbanistica che dall’amministrazione pubblica ma, soprattutto, dalla cultura della gente comune.

Robert

7 commenti:

  1. Buongiorno Robert,

    E' molto interessante il tuo post.
    Ho avuto parecchie diatribe di questi tempi e mi sono trovata a dare le tue stesse argomentazioni.Siamo in linea su quasi tutto direi.
    Sono gia' andata oltre.
    Mi sono informata ed ho fatte delle domande.
    Le ho rivolte a chi di dovere ma anche a singole persone.
    Mi è stato parlato di "domanda ed offerta" e di "progresso ed espansione" di "difficolta a contattare i privati per la gestione di cio che gia esiste e non viene ripristinato"

    Vuoi aggiungere qualcosa?
    Attendo.

    CA.

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  2. Caia la storia è veramente tosta. La domanda di fondo è la seguente: il progressivo impoverimento delle amministrazioni locali e la conseguente necessità di produrre espansione edilizia, sono un fatto indotto o una conseguenza inconsapevole della semplice ricerca del guadagno? Chi studia costantemente e professionalmente l'evoluzione dell'urbanistica si è reso conto (se è serio) che l'atteggiamento dell'attività centrale dei governi ha di fatto indotto evoluzioni del mercato edilizio in senso espansivo e speculativo. In sostanza si ha per così dire l'impressione che l'atteggiamento del governo centrale negli ultimi decenni ha condotto per mano ad un progressivo impoverimento degli enti comunali inducendoli a "favorire" l'uso del territorio per sanare i propri bilanci. Il riuso del patrim,onio edilizio esistente è di fatto un aprte della soluzione del problema. Per realizzare un tale tipo di politica bisogna però agire con strumenti urbanistici attuativi più agili rispetto ai Piani di Recupero classici (che si trovano in difficoltà rispetto all'eccessivo frazionamento della proprietà immobiliare italiana) ma anche più controllabili rispetto ai famigerati Piani Integrati di Intervento.
    Scusa se sono stato un pò tecnico.
    Ciao, Robert.

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  3. Buonasera,

    TI CITO : "l'atteggiamento del governo centrale negli ultimi decenni ha condotto per mano ad un progressivo impoverimento degli enti comunali inducendoli a "favorire" l'uso del territorio per sanare i propri bilanci" :MA E'MOSTRUOSO!!!!

    Inoltre : I piani di Recupero classici.. ti riferisci a quei progetti lineari che pero' diventano millenari (a mio dire,volutamente) cosicchè ci si scoraggia con il tempo e si opta ,appunto, per il nuovo?

    Mi daresti una spiegazione piu' profana di "piani integrati di intervento" e "frazionamento della proprieta' immobiliare" ?

    Riesci a fornirmi un esempio concreto nel nostro territorio?

    Cordialmente ,

    CA

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  4. Esattamente. I Piani di Recupero introdotti dalla legge 457/78, erano tesi, appunto, al recupero del patrimonio edilizio esistente. Il problema di fondo però è che la proprietà immobiliare urbana (interna alle città ed in particolare nei centri storici) in Italia è particolarmente frazionata. Molto complicato quindi mettere d'accordo tutti per procedere ad un intervento omogeneo e, soprattutto, in tempi certi. Devo dire che la mia esperienza mi ha anche insegnato che su questa problematica spesso ci si è un pò marciato, estromettendo lentamente, ma inesorabilmente, il piano di recupero che oggi è poco utilizzato quale strumento urbanistico attuativo. I Piani Integrati di Intervento, per semplificare il più possibile, sono stati introdotti circa 10 12 anni fa. Costituiscono uno strumento urbanistico di attuazione dei Piani urbanistici generali di cui per legge devono essere dotati i comuni. Possono esser utilizzati (in realtà sono nati soprattutto per il recupero delle aree industriali dismesse) per affrontare problematiche di recupero urbano in caso di dismissione di impianti industriali ancorché collocati in ambito urbano e soprattutto in presenza di interessi e capitali misti (pubblici e privati). Risultato: in realtà l'impressione che se ne è sempre avuta è che tali piani siano un contenitore vuoto all'interno del quale possano essere soddisfatti gli interessi pubblici e privati con meno vincoli normativi possibile.
    Te l'ho detta un pò come avviene nella realtà.
    Rammenta che non esistono nè piani urbanistici buoni o cattivi per definizione. Nè tanto meno leggi buone o cattive per istituzione. Esistono buoni o pessimi progettisti urbanisti e migliori e/o peggiori amministratori. Secondo te quale è la normale propensione?
    A presto.
    P.S.: esempio concreto nel territorio è il Piano Integrato area ex Gavazzi di livello sovracomunale tra Marcallo con Casone e Mesero voluto dal sindaco Leghista (ora ex sindaco) sen Garavaglia ed il Sindaco del PD Riccardo Molla. Il PII di cui trattasi prevede oltre 250.000 mq di territorio solo in minima parte compreso nella industria (ex gavazzi a Mesero) di cui circa 100.000 a Marcallo e 150.000 a Mesero. Vengono realizzati tanti bei capannoni destinati a rimanere vuoti ma a fare incassare oltre tre milioni di euro a Mesero e a fare una bella nuova piscina a Marcallo (oltre però ad un paio di alberghi di nove piani ed una bella clinica per disturbi alimentari). SE non sbaglio a caldeggiare tale tipo di clinica fu proprio il sen.
    Mah.
    Robert

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  5. Buonasera.

    Complimenti per la preparazione,l'esaustivita'e la precisione.In questo modo abbiamo fornito molti dettagli e spiegazioni per chi , come me ,si fa molte domande e vuole saperne sempre di più.

    Devo fare una domanda molto scontata pero',me la conceda...ma dove sono tutte queste infrastrutture che lei ha elencato? piscine ..centri?

    Infine,citandola....esistono buoni o pessimi progetti e migliori o peggiori amministratori : il messaggio mi è arrivato forte e chiaro e se siamo qui a parlare di "diversi orizzonti" quale sia la propensione...è,purtroppo,molto piu' che evidente.

    Mi verrebbe spontaneo aprire una parentesi sul PGT ma non vorrei andare fuori argomento.

    A presto

    CA

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  6. Per quanto riguarda le infrastrutture di cui parlavo nell'ultimo commento basta andare a vedere il PII area ex Gavazzi approvato dai comuni di Mesero e Marcallo con Casone. Li troverai capannoni industriali, alberghi piscina, clinica, ecc. (progettista Studio Castelli di Varese se non sbaglio. Nel sito dello studio Castelli di Varese si capisce anche quali sono i principali clienti.)
    Il PGT non è mai fuori argomento. PGT e bilanci dei comuni sono il vero argomento. Soldi e strumento per farli.
    Qualche giorno fa sul blog diversi orizzonti è stato dato spazio al consigliere Fabio Prina che si è dimesso dal gruppo consiliare del PD di Mesero proprio a causa del PII ex Gavazzi.
    A presto.
    Robert.

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  7. "Il fatto è che i beni comuni sono diventati i beni dei Comuni che possono pure venderserli alla faccia nostra. E i Comuni sono in mano ai partiti cioè alla burocrazia che sempre più spesso lavora per se stessa o per le varie mafie che la controllano e la "proteggono" mettendo " a disposizione" i voti e i dossier quando serve. Il popolo viene sfruttato, distratto dai media e soprattutto estromesso dalla vita pubblica attiva. Hanno ragione le Madri de Plaza de Majo: "No votar, no pagar empuestas". Gandhi aveva capito: potranno avere il nostro cadavere ma non la nostra obbedienza. E' sulla nostra rassegnazione e sulla nostra paura che contano per fotterci, smettere di temerli e auto-organizzarci nella disobbedienza collettiva senza più dare alcun riconoscimento e alcuna collaborazione, una vera diserzione sociale: questa sarebbe l'unica possibilità di sottrarsi al dominio." Gilda Caronti, Milano

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