L’ANPI di Milano denuncia la sfilata neofascista in piazzale Susa
L’ANPI Provinciale di Milano ha da sempre
espresso la sua ferma condanna della feroce aggressione nei confronti del
diciassettenne missino Sergio Ramelli, morto dopo oltre trenta giorni di atroce
agonia e dell’uccisione del consigliere provinciale del Movimento Sociale
Italiano, Enrico Pedenovi.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 24 settembre
1985, l’allora Presidente dell’ANPI Provinciale di Milano Tino Casali nel
denunciare “la vile uccisione del giovane missino Ramelli avvenuta nel 1975” e
nell’auspicare che venisse fatta piena luce su “quell’episodio come su altri
gravi fatti di sangue che avevano drammaticamente colpito la nostra città
(uccisione di Claudio Varalli, Alberto Brasili, Gaetano Amoroso, Fausto e Iaio
ad opera di neofascisti) e offuscata la coscienza dei valori di fondo che
regolano i nostri ordinamenti democratici” si chiedeva “quale poteva essere l’etica morale e politica,
che spingeva quei giovani di venti anni di una parte o dell’altra, ad aggredire
e persino ad uccidere a sangue freddo dei loro coetanei”.
Nessuno nega il diritto legittimo di ricordare giovani,
come Ramelli, vittime della violenza, purchè esso si svolga nel rigoroso
rispetto dei principi e delle regole democratiche.
Ciò che condanniamo e che riteniamo
inaccettabili sono le sfilate che ogni anno si svolgono per commemorare Ramelli
e Pedenovi in Piazzale Susa, con croci celtiche, saluti romani, divise nere,
simboli funerei della repubblica di Salò, come testimoniato ampiamente dalle
fotografie pubblicate sui principali quotidiani
italiani.
Riteniamo che tutto ciò, oltre ad offendere
la memoria di Milano, Città medaglia d’Oro della Resistenza, si pone in aperto
contrasto con il carattere antifascista della nostra Costituzione, con quanto
prevede la XII disposizione transitoria e finale della Carta Costituzione che
vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito fascista” e con quanto stabilito dalle
leggi Scelba e Mancino.
Chiediamo quindi alle autorità che i
responsabili di queste manifestazioni di aperta apologia di fascismo vengano
identificati e denunciati, e alle Forze preposte alla difesa dell’ordine
pubblico che le tetre sfilate che puntualmente ogni 29 Aprile hanno luogo nelle
vie della nostra città vengano vietate, perché profondamente offensive del
carattere antifascista di Milano e della memoria di chi ha sacrificato la
propria giovane vita per restituire la libertà e la democrazia al nostro
Paese.
Milano, 2 maggio 2012
La segreteria dell’ANPI Provinciale di Milano
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