Da Il Fatto Quotidano
di Alessandro Ferretti | 29 marzo 2012
E’ partita da poco la consultazione sul valore legale della laurea, e già il ministero di Francesco Profumo canta vittoria: ventimila iscrizioni al voto in quattro giorni. In effetti, numeri simili sono un’enormità per una questione che appassiona ben pochi. Vado alla pagina del Miur e scopro che su ventimila iscritti, ben 9.000 hanno cliccato “mi piace” su Facebook. Un record da fare invidia a Justin Bieber!
Inserisco codice fiscale e indirizzo email e dopo un istante arriva la password. Mi imbatto in quesiti complicati: lo stesso sito avverte che “per compilare interamente il Questionario, servendosi degli spunti di approfondimento e del glossario, serve approssimativamente 1 ora.” Tempo sicuramente ben speso: la sapida tendenziosità di alcuni passaggi merita un post a parte. Comunque, una volta studiate le risposte, la compilazione vera e propria si fa in un baleno.
Mi viene la curiosità di studiare il sistema di registrazione al questionario. Ci sono dei blocchi o dei controlli? Si può votare più volte? Cerco un provider di email e un calcolatore di codici fiscali e comincio dalla beneamata Elsa “se famo du spaghi” Fornero. Avrà già votato? Il sito Miur senza esitare mi fornisce la password e mi accoglie con un “benvenuto” che denota una scarsa attenzione alle questioni di genere, tanto care alla ministra.
Mi viene voglia di essere il ministro di me stesso e provo ad impersonare Profumo. Calcolo il codice fiscale, apro una nuova casella email et voilà: non ho neanche dovuto resettare i cookies. Anche Profumo non ha ancora votato: potrei farlo io a suo nome, ma non sono certo che ne sarebbe contento. Provo allora con mio figlio: scrivo il codice ed eccomi abilitato. Il fatto che abbia appena compiuto due anni non turba affatto il sito del Miur, che evidentemente lo conosce bene e quindi lo ritiene già maturo per esprimersi su questioni complesse.
E se volessi far partecipare qualcuno che ha lasciato questa terra? Provo con Francesco Cossiga, grande estimatore di studenti e docenti: anche qui un bel “benvenuto” mi accoglie senza sospetti. Ma Cossiga è mancato da solo due anni: magari non hanno aggiornato i database. La situazione sta diventando surreale e mi viene in mente Rino Gaetano, che ci ha lasciati nel 1981: per il sito del MIUR è vivo e vegeto, tanto che mi sembra di sentirlo cantare.
Colto da emozione, mi gioco Napoleone Bonaparte, BNPNLN69M15Z110Z: la password arriva rapidissima a stretto giro, e provo l’ebbrezza di far votare un imperatore. Ma perchè limitarsi? Inserisco PPRNNN43P67Z404X ed eccomi a votare a nome di una tenera vecchina di campagna che allieta i suoi nipotini con antica saggezza e torte strepitose… Nonna Papera, ovviamente!
Con un sistema di accreditamento così accomodante si può fare di tutto. In un’ora puoi votare per 20: da fare invidia ad Arturo Brachetti e alla mafia dei corleonesi. Sono colto da una fantavisione: mi appare uno qualunque dei tanti riccastri che hanno da guadagnare dalla competizione darwiniana tra atenei. Tira fuori diecimila euro dal taschino e assolda per 1000 ore un gruppo di informatici di un sobborgo di Hyderabad, che cominciano a cliccare come dannati…
Il cane del vicino abbaia ed esco dalla trance. Per fortuna, queste cose in Italia non possono succedere. Sarebbe semplicemente assurdo: quasi quanto decidere del futuro dell’università in base ai risultati di un sondaggio che ha meno controlli del Club di Topolino!
La conferma (che non ci serviva) di come siamo messi non male in Italia, ma peggio.
RispondiEliminaLuca