Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

mercoledì 4 aprile 2012

Comunicato stampa


Basta con gli attacchi alla scuola pubblica
I docenti dell’IIS Bachelet riuniti in assemblea sindacale in data 26 aprile denunciano l’ennesimo attacco contro la scuola pubblica e il diritto ad una istruzione pluralista e democratica proveniente da due proposte di legge che si sono succedute in breve tempo. Una è la proposta di legge approvata dalla Giunta Regionale della Lombardia, denominata “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, la cui discussione avverrà il prossimo 3 aprile, l’altra è la proposta di legge nominata “Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statalipresentata dalla sen. Aprea (la quale è anche assessore alla scuola della Regione Lombardia). Questa proposta di legge è stata approvata in questi giorni dalla Commissione Cultura del Senato.
Più in dettagli, alcuni degli elementi maggiormente preoccupanti vengono spiegati qui di seguito.

1) La proposta licenziata dalla Commissione Cultura, attribuisce ad ogni singola scuola una propria autonomia statutaria, tanto che per indicare gli istituti scolastici si usa l’espressione “scuole autonome” e viene prevista l’istituzione del “Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche”.
Il pericolo che noi vediamo è la formazione sul territorio nazione di un sistema scolastico estremamente frammentato e diversificato sul territorio nazionale.
2) Alle istituzioni scolastiche autonome viene data la possibilità di creare consorzi e associazioni tra scuole per poter  ricevere contributi da soggetti privati o pubblici, genitori, associazioni, organizzazioni non profit. Tutti questi enti ottengono, in contropartita, il diritto di  entrare a pieno titolo come partner di tali consorzi e determinandone così le scelte e le attività. Si tratta, di fatto, di una privatizzazione mascherata del sistema scolastico.
Già oggi le risorse finanziarie delle scuole sono ormai assolutamente insufficienti e vengono ridotte di anno in anno. Per comprendere la portata di questa affermazione si consideri che il contributo “volontario” delle famiglie è tanto quanto quello che le scuole ricevono dallo stato. Si può quindi ragionevolmente ipotizzare che nel futuro i finanziamenti esterni saranno indispensabili anche solo permettere il funzionamento minimo della scuola, altro che fare attività integrative e migliorare l’offerta formativa.
Siamo anche  contrari all’articolo 8 del disegno di legge regionale presentato da Formigoni e Aprea (sempre lei ma qui in veste di assessore) il quale tra l’altro prevede che, a partire dall’anno  scolastico 2012/2013, le singole istituzioni scolastiche statali possano  organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine  di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali. In altre parole si avranno dei concorsi scuola per scuola in cui non potrà non essere schiacciante il peso del Dirigente Scolastico nel definire il bando del concorso stesso.
Questa proposta di legge rappresenta, oltre che un attacco alla scuola pubblica nazionale, anche un attacco ai diritti dei lavoratori, soprattutto dei docenti precari, i quali vedranno cancellate sia le graduatorie in base alle quali i docenti temporanei sono stati assegnati di anno in anno alle varie cattedre e sia le graduatorie dei docenti che hanno superato il concorso a cattedre da cui vengono presi i docenti assunti a tempo indeterminato. Si può sicuramente criticare questo sistema di reclutamento, ma non lo si può per questo sostituire con qualcosa di molto peggio: la chiamata diretta di fatta da ogni istituto scolastico.
Siamo contrari a questa scelta per i seguenti motivi:
1) vengono vanificati anni e anni di sforzi e le sofferenze di migliaia di lavoratori precari sulle cui spalle e sacrifici si è retta gran parte delle attività scolastiche in questi ultimi 20 anni;
2) viene meno la garanzia di poter avere una scuola libera, democratica e pluralista.
4) vi è il rischio serio che i “concorsi” indetti da ogni scuola siano tutt’altro che trasparenti ed equi e che nella scelta dei docenti il requisito (vero e fondamentale) sia l’appartenenza ideologica o confessionale

Pertanto noi CHIEDIAMO:
Alla Giunta della Lombardia di ritirare non soltanto l’art.8, ma tutti gli articoli del pdl regionale orientati a derogare in peggio le condizioni di lavoro previste dai contratti nazionali.
Al governo di:
- difendere le prerogative costituzionali e legislative, respingendo la sperimentazione lombarda e al ministro Profumo di non avallare una deriva regionalistica nella gestione del reclutamento;
- di salvaguardare i canali istituzionali di reclutamento, garanzia di formazione ed esperienza del personale, di trasparenza e imparzialità nelle assunzioni pubbliche;
- l’assunzione in ruolo del personale docente su tutte le cattedre disponibili, unico provvedimento adatto a consentire la tenuta della qualità del servizio nelle nostre scuole statali.

Un gruppo di docenti dell’IIS Bachelet di Abbiategrasso

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