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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

martedì 27 marzo 2012

Lavoro: dai “bamboccioni” ai “matusoni”


È finita l’Italia dei “bamboccioni”. Basta giovani NEET (not in employment, education or training; non lavorano, non studiano, non fanno formazione). Con il nuovo art. 18 le aziende potranno licenziare liberamente: mandare a casa i cinquantenni un po’ sfatti (“matusa” si diceva negli anni ’60), e assumere giovani pimpanti, oltretutto pagati di meno. Finalmente i “bamboccioni” entreranno nel mondo del lavoro e i “matusoni” ne usciranno.
Già, e come si manterranno le famiglie? Adesso il bamboccione gode della protezione sociale del reddito dei genitori, o addirittura dei nonni pensionati. Domani il bamboccione sarà un working poor, cioè un lavoratore con reddito al di sotto del livello di povertà. Non solo non potrà chiedere un mutuo per la casa; non potrà neanche aiutare i genitori, che saranno disoccupati. Un colpo durissimo per la maggior parte delle famiglie italiane!
Ma Monti e Fornero sono dei duri (Monti ha dichiarato che “vuole cambiare gli italiani”; ma questa concezione pedagogico-autoritaria è il seme del totalitarismo!). Questi cavalieri senza macchia e senza paura, che non accettano veti (tranne che dai notai, dagli avvocati, dai farmacisti, dai taxisti, ecc. ecc.), lanciano un diktat al Parlamento: sarà sovrano, ma non può modificare il nuovo art. 18 proposto dal governo. Quindi, niente reintegro del lavoratore in caso di abuso del licenziamento per “motivi economici”, o sarà crisi di governo.

Quale nuovo scenario vuole imporre il governo Monti? In sintesi, fino a ieri il licenziamento individuale non era possibile, se non in limitati casi di giusta causa o giustificato motivo: un modo per assicurare il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione. Da domani, il licenziamento individuale sarà sempre possibile, tranne in limitati casi (discriminazione; motivi disciplinari, ma solo se un giudice del lavoro si convince). Se tale norma venisse confermata, avrebbe un effetto dirompente sull’ordine simbolico che regge la nostra società. Il lavoratore ridotto a merce (lo sostiene anche monsignor Bergantini, capo della Commissione lavoro della Cei), dovrà piegarsi a ogni esigenza del padrone. Forse, come sostiene un presidente Napolitano non più al di sopra delle parti, non assisteremo a una valanga di licenziamenti. Ma certamente nei luoghi di lavoro verrà instaurato un nuovo ordine autoritario. Così, diventando deboli e ricattabili come i lavoratori asiatici o sudamericani, saremo più competitivi, lasciando dormire sonni tranquilli ai ricchi come Monti & C.
Giobbe

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