Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

domenica 12 febbraio 2012

INDENNITA’ DI TERMINAZIONE

Passato, volutamente, quasi inosservato, il progetto di Legge “Misure per il sostegno, lo sviluppo e l’occupazione” della Giunta Regionale Lombarda (Pdl e Lega), costituisce un altro pericoloso tassello volto a smembrare lo stato sociale; in particolare lavoro e scuola. Anticipando il governo Monti, presumibilmente per rafforzare un asse a destra sull’art.18, nel decreto, appunto, si chiede la rinuncia dello stesso contro i licenziamenti discriminatori, in cambio della ricollocazione dei disoccupati, attraverso un contratto tra Regione, sindacati ed imprese (art. 3).

Con i livelli di disoccupazione odierni e con una crisi strutturale che sembra non aver fine, sembrerebbe una beffa. Ma soprattutto,  perché adesso, visto che sul fronte lavoro la Regione è stata finora latitante? Eppure se passasse, costituirebbe quel precedente, l’eccezione, che aprirebbe il varco ad una successiva espansione, così diffusa nel suolo italico,  si pensi al caso Pomigliano. Cosa farebbe la Regione? Garantirebbe la riqualificazione! Ci troveremo ancora una volta di fronte a quei corsi-parcheggio di riqualificazione inutili, tenuti dagli “amici” e dagli ” amici degli amici”, leggere area CL e sindacati consenzienti, con altro sperpero di denaro pubblico? Molto probabile. E si sa, questa ”flexsecurity lombarda” che accompagna alla ricollocazione, diventa strumento potente in mano al potere,  con la fame di lavoro di questi tempi! L’impresa può licenziare un dipendente con una sorta di indennità di terminazione (si proprio questo brutto termine), proporzionale alla sua anzianità di servizio, in cambio della rinuncia da parte del lavoratore a qualsiasi rivendicazione giuridica. Ecco cosa afferma Formigoni: “ non è un’abolizione dell’art 18, non è la Regione che fa i contratti. Si tratta di misure pronte per far ripartire il dialogo tra le parti sociali in vista della contrattazione regionale”. La prima affermazione è palesemente falsa per chi conosce l’art 18. La seconda è evidente: anche se non si fanno direttamente i contratti, ma si stabiliscono leggi che li regolano, si entra a piè pari nel problema. In merito al dialogo, valgono di più  le parole del segretario regionale Fiom M.Rota:” la Regione non ha fatto nulla per stimolare l’economia e le imprese locali; i posti di lavoro si creano solo con politiche attive per la crescita e lo sviluppo”. Il vice governatore A.Gibelli (Lega) chiede :” più flessibilità”, nemmeno sfiorato dal problema del precariato diffuso e strutturale, a cosa stava pensando? Probabilmente al caporalato come sistema di reclutamento?! I sindacati. Opposizione da parte della Cgil e Fiom, possibilisti Cisl e Uil, infatti afferma G. Petteni, Cisl Lombardia: “ Si possono aprire spazi importanti. Non possiamo trattare tutti i lavoratori in modo uguale se le aree del Paese sono diverse. Parliamone fuori delle ideologie”.  Altro che ideologie, qui si tratta delle condizioni di vita materiale dei lavoratori e dei diritti, che sono uguali, se sono uguali per tutti, altrimenti non sono diritti. Perché, ribaltando il ragionamento, se le Regioni sono diverse, sono diversi i lavoratori, quindi un operaio in catena al Sud è diverso da quello del Nord? 

Altro capolavoro,  la scuola (art 7). Valentina Aprea (ex braccio destro della Gelmini, e questo, da solo,  già basterebbe) ora neo assessore regionale all’istruzione si dice” pronta a dar corso ai contratti territoriali” nella scuola. Detto di passaggio, ci ritroviamo di fronte, in altra forma, al famigerato art. 8, che passateci il termine…ha fatto scuola! Chiaro è l’attacco al contratto nazionale del comparto, chiara la sponda  a Monti e la ricerca di una solida alleanza, ora traballante, con la Lega.  L’art. 7 del nuovo progetto di Legge, prevede che a partire dall’anno scolastico 2012/2013 “ le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente …. È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale..” . Condivida il progetto? Di cosa stiamo parlando? La Cgil scuola parla di atto arrogante, secessionista e incostituzionale da parte di Formigoni, che va a colpire uno dei capisaldi costituzionali, quello del Sistema nazionale dell’Istruzione. ” La proposta consente alle scuole statali di reclutare il personale docente con un concorso di istituto che realizza l’incrocio diretto fra domanda e offerta. Si tratta di una forma di valorizzazione dell’autonomia scolastica legata al progetto didattico di ciascun istituto.”  Un vecchio cavallo di battaglia di CL, poi fatto proprio dalla Lega (vi ricordate la scuola di Adro?),obiettivo:  lo sfacelo della scuola pubblica. A prescindere dalla follia della proposta, figuriamoci gli Istituti  alla canna del gas, a organizzare concorsi (chi, come), al sovrappiù di potere che si darebbe a presidi e collaboratori, in un paese dove il clientelismo, le “conoscenze”, i favoritismi e le sudditanze, regnano sovrani!



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