Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

lunedì 26 settembre 2011

IL "NO" CHE CAMBIO' LA STORIA

Ecco un bellissimo libro da leggere con figli e nipoti:
"L'autobus di Rosa" di Fabrizio Silei illustrazioni di A.C. Quarello
Orecchio acerbo editore
Detroit "Henry Ford Museum", 2009, un nonno sceglie di sedersi su un vecchio autobus per raccontare al nipote Ben una strana storia accadutagli da giovane.
Era il 1dicembre del 1955 a Montgomery, in Alabama, quando il nonno di Ben, tornando stanco dal lavoro di facchino, salì su quell'autobus. E con lui salì Rosa.

Ora Rosa è famosa e la sua foto si trova nei musei degli Stati Uniti ma allora era solo una dignitosissima signora di 42 anni che salita sull'autobus si sedette.
L'autista se ne accorse e le intimò di alzarsi, la legge, infatti, imponeva che i posti a sedere fossero riservati ai bianchi...
...in quel momento successe qualcosa, qualcosa di incredibile, un fatto così straordinario da riuscire a cambiare la storia e la vita di molti. Rosa rimase immobile, seduta al suo posto, e calma e serena disse: "NO".

Rosa fu arrestata e il giorno dopo, sotto la guida del giovane Martin Luther King, la popolazione nera cominciò un imponente boicottaggio dei mezzi pubblici che durò 381 giorni, durante i quali si spostavano anche per molti km a piedi in bicicletta o col carretto, terminandolo solo quando la corte suprema dichiarò incostituzionale la segregazione razziale sui mezzi di trasporto.
E il nonno di Ben? Con sofferenza racconta al nipote della propria paura, di come sotto la minaccia di violenze e del licenziamento i neri fossero abituati a ingiustizie e umiliazioni.. Di come Rosa, che aveva un sogno, in quel primo momento sembrasse solo una pazza.
Noi però sappiamo che se c'è stato un cambiamento, quello  è avvenuto grazie all'impegno di tutti. Non dimentichiamocene e teniamo caro l'insegnamento del nonno:
"C'è sempre un autobus che passa nella vita di ognuno di noi. Tu tieni gli occhi aperti: non perdere il tuo."

Sibilla Boschi

1 commento: