Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

lunedì 29 agosto 2011

CRISI

Interessante l’editoriale di Loris Campetti sul Manifesto del 25\8. Scrive di parole magiche e parole con perdita di significato.. Magica è la coesione, tutti insieme, destra e sinistra, capitale finanziario, produttivo e lavoro, per superare la grande crisi, altra parola magica, divenuta neutrale, senza responsabili. La crescita, un dogma indiscutibile. Insomma, un grande inganno, per tanti motivi. La crisi è il risultato di politiche neo-liberiste scellerate e non colpisce tutti allo stesso modo. Da dove arriva? Quali sono le cause? Cerchiamo di capire e per ovvi motivi, essere sintetici.

Dal 1982 fino al 2008, sia in Europa che negli USA, il tasso di profitto è cresciuto costantemente.
In Economia il profitto è pari alla differenza tra valore del prodotto e costi di produzione. Il “saggio di profitto” è il rapporto tra profitti ottenuti e capitale impiegato.
Per aumentare il saggio di profitto si è innalzato il tasso di sfruttamento sul salario diretto e indiretto. Sono le grandi ristrutturazioni industriali degli anni ’80, le privatizzazioni e il ridimensionamento dello stato sociale degli anni ’90, la precarizzazione strutturale dell’ultimo decennio. Queste le cause di grandi accumulo di ricchezze. Di fatto, nello stesso periodo e nelle stesse aree geografiche, la quota salari sulla ricchezza prodotta nell’Europa dei 15, ad esempio, passa dal 68% al 57%. Dove sono finiti questi capitali? I risparmi, anziché negli investimenti produttivi sono destinati alla speculazione finanziaria. Perché?  Hanno rendite maggiori rispetto agli investimenti produttivi di fine ciclo espansivo. L’aumento progressivo della composizione organica del capitale , ovvero la parte fissa ( macchinari, strumenti, ecc) su quella variabile (forza lavoro), rende ogni investimento più costoso, quindi più rischioso, meno pianificabile e più a lungo ammortizzabile. Tanto che, la produzione di merci con scarso valore aggiunto, sostituisce in parte, ad eccezione del comparto informatico, prodotti ad alto contenuto tecnologico, impigliandosi nelle maglie della produzione asiatica. Tutto questo in un mercato saturo di merci, dove la domanda è segnata da consumi a debito (vedere mutui abitazioni USA) spesso insolventi. Ecco spiegato il perché i capitali si spostano su azioni, rendimenti, immobili e prestiti ad alto profitto. Responsabili:
banche, governi, imprese multinazionali e finanziarie. In Italia, e non solo, l’obiettivo , poco manifesto, è l’ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori, ai contratti nazionali, al sindacato. Domanda:”perché dobbiamo pagare noi la crisi”?

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