Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

lunedì 1 agosto 2011

CARTIERA DI MAGENTA, LA MALATA TERMINALE


 DOCUMENTO LETTO NELL'ASSEMBLEA DEL 28/07/2011

In questi giorni alla Cartiera di Magenta si respira un clima di insofferenza e rinuncia.
I 170 dipendenti sono sottoposti a turni di cassa integrazione ordinaria alienanti che vengono comunicati di settimana in settimana, senza alcuna programmazione.
Stanno vivendo un tira e molla tra avvio e fermata della macchina continua senza un chiaro progetto espresso ai lavoratori; nessun dirigente si sbilancia su previsioni e, all'occorrenza, si riparte a lavorare per pochi giorni per produrre quella quota di cartoncino per alimenti che gli altri stabilimenti del gruppo Reno de Medici non riescono a produrre.
Si cerca di incolpare di tutto ciò la crisi dei mercati ma la colpa forse non è tutta della crisi: i dipendenti
leggono nell'attuale situazione, un progetto dirigenziale che sta progressivamente escludendo lo stabilimento di Magenta dalla produzione perché ormai poco remunerativo, influenzati forse dall'analoga sorte toccata tempo fa allo stabilimento di Marzabotto sempre del Gruppo Reno De Medici, oggi chiusa.
La crisi si è sentita davvero nel 2009, mentre il 2010 è stato l'anno in cui la Macchina Continua ha raggiunto uno dei massimi livelli di produzione (93%), incentivata forse dalla fornitura a costo ridotto di vapore dal coogeneratore oggi chiuso.
Con l'inizio del 2011 emergono le prime avvisaglie di una azienda lasciata a se stessa: il Direttore di stabilimento, ottenuti ottimi risultati nella nostra cartiera, si trova a doversi occupare di altri stabilimenti del gruppo Reno de Medici; il direttore del personale e un Responsabile ,Sicurezza Prevenzione e Protezione, andati in pensione, non vengono sostituiti.
Ma è dall'incontro a Milano, in Asso Lombarda, che si intuisce l'imminente fine della cartiera: l'Amministratore Delegato annuncia investimenti programmati nelle cartiere del gruppo RDM e lo stabilimento di Magenta non viene nemmeno menzionato. Quando viene chiesto quali siano i progetti per il futuro della cartiera magentina, la risposta è più che mai disarmante: “...a Magenta non sono previsti investimenti... va, finché va!”.
I dipendenti intanto continuano la loro attività lavorativa, senza realizzare la gravità della situazione, rincuorati dal fatto che negli ultimi anni ogni momento di crisi è sempre stato superato.
Diversamente dal passato, si manifestano oggi chiari segnali di abbandono di ogni programmazione produttiva da parte dei vertici aziendali: la cassa integrazione ordinaria giustificata dalla riduzione di ordini che vengono di fatto dirottati verso altri stabilimenti; il mancato approvvigionamento di materia prima le cui scorte di magazzino vengono trasportate nello stabilimento di S. Giustina e Villa Santa Lucia dove le macchine continue sono state potenziate e suppliscono ora anche la produzione di Magenta; i camion, al carico, sono diminuiti di oltre il 50%, a causa forse della fusione con Cascades (società francese) che ha determinato il trasferimento della produzione della cartiera di Magenta, che prima alimentava il mercato verso la Francia, direttamente nello stabilimento francese.
Nel corso degli ultimi anni sono state adottate strategie solo per poter sfruttare fino all'ultimo lo stabilimento; nessun progetto, nessuna innovazione, nessun intervento per prevenire la completa decadenza strutturale o per poter continuare a produrre cartoncino di qualità!
Sembra chiaro a molti lavoratori che quando sarà a pieno regime la produzione negli altri stabilimenti ( che hanno ricevuto ingenti investimenti!) la cartiera di Magenta verrà inesorabilmente chiusa...ma se questi sono i progetti della società, perché i dipendenti non vengono informati?
L'atmosfera è alimentata da voci che non fanno altro che creare fratture tra gli operai: sembra infatti che sia stato annunciato che lo stabilimento non chiuderà...resta da verificare quale parte delle lavorazioni attuali rimarrà attiva e per quanto tempo.
E gli operai, divisi tra chi potrà proseguire il lavoro e chi lo perderà, non riflettono sul fatto che in un prossimo futuro anche ciò che oggi appare ancora necessario mantenere a Magenta, diverrà presto attività poco remunerativa quindi trasferibile ad altro sito.



Cosa Proponiamo ? ( proposta c.u.b)

Crediamo che ormai sia giunto il tempo di far sentire la nostra voce alla dirigenza RDM, indire uno sciopero e bloccare lo stabilimento, tutto lo stabilimento, far capire alla società che saranno 170 famiglie, ed altrettante dell'indotto a pagare le incapacità gestionali, l'assoluta assenza e menefreghismo della dirigenza che negli anni passati ha pensato solo al profitto, trascurando strategie commerciali che avrebbero potuto salvare il nostro stabilimento che era il fiore all'occhiello della RDMChiediamo che la cassa integrazione venga integrata dalla Reno De Medici e che in questo modo si assumano anche loro ,la loro parte di responsabilità!

2 commenti:

  1. condivido pienamente su tutto essendo un dipendente della reno de medici di magenta
    però devo anche dire che la resposabilità di
    questa situazione è della nostra rsu che non propone nessuna forma di lotta per diffendere
    il posto di lavoro anzi in alcuni casi favoriscono la perdita del posto

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    1. sta accadendo a Magenta quello che è accaduto in passato con lo stabilimento di Ciriè (TO). Nel 2002 le produzioni di cartoncino bilucido furono trasferite nello stabilimento di Magenta e nel 2003 trasferirono le altre tipologie sia a Magenta che in altri stabilimenti.
      Dopo pochi mesi la chiusura dello stabilimento senza neanche un giorno di sciopero di tutto il gruppo , perche si pensa che certe cose succedano solo agli altri, mai a noi, purtroppo siamo nella giungla senza sindacati e morale , e si guarda solo al profitto facile.

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