Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

sabato 19 maggio 2012

BRINDISI



Le modalità e il luogo dell’attentato  di Brindisi ci lasciano alquanto perplessi. In primo luogo se veramente sono state usate delle bombole di gas e si voleva fare una strage, ci sembra alquanto improbabile che sia opera della mafia. Questa dispone di ben altri esplosivi! Secondo. Negli ultimi decenni per operare nell’ombra,  indisturbata, in tutti i settori economici, la mafia si è ben guardata da scegliere azioni eclatanti, tipo attentati e stragi. Perché colpire una scuola, cosa mai avvenuta prima in Italia, suscitando una forte ondata emotiva  e di indignazione tra la gente? Sembrerebbe, se fosse così, un perfetto autogol! Supposto che, nelle menti criminali di costoro, le bombole usate servano a sviare e depistare le indagini, può essere un obiettivo sensibile colpire una scuola, solo perché intitolata a G. Falcone? Sembra una assurdità.
Di obiettivi sicuramente  ce ne potevano essere tantissimi, ma proprio perché nessuno si aspettava un cambiamento così radicale di strategia, potevano essere facilmente “praticati”. Quando la mafia ha attaccato direttamente lo Stato è risultata quasi sempre perdente; è un terreno dello scontro non proprio favorevole. Qualcuno afferma che si voleva colpire la cultura, grande nemico dei mafiosi. La domanda è: a questo livello? Una scuola? Ci sembra veramente tutto assurdo e improbabile, si dirà che il nostro è il paese dell’assurdo dove tutto può accadere, e questo è vero! Altra domanda. Perché proprio adesso? Perché il nostro Paese, come del resto molti altri paesi  europei, è attraversato da forti tensioni sociali e questo sposterebbe l’attenzione dai problemi reali? Ricordiamo che la mafia è sempre stata collusa con ambienti della politica , economici e dello Stato, ma avrebbe un effetto temporale di breve periodo. Perché nella società italiana si avverte una forte spinta al cambiamento dal basso e questo non è altro che l’ennesimo tentativo di fermare l’orologio della Storia,  come fu nella strategia della tensione? Molto probabile, ma all’indignazione e ai falsi piagnistei dei politici, seguirà immancabilmente una ulteriore militarizzazione del territorio, e chissà,  qualche ulteriore restringimento delle libertà individuali. Non vorremmo che a un certo punto spuntasse qualche volantino di rivendicazione di anarchici o altre sigle, sarebbe veramente troppo!

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