La FLC Cgil ritiene che la valutazione di sistema sia un processo
finalizzato a migliorare la qualità del sistema stesso in funzione del
raggiungimento delle finalità istituzionali della scuola laica e
costituzionale. Ne consegue che il primo oggetto di valutazione sono
le politiche dell’istruzione poste in essere ai vari livelli
istituzionali di competenza. Di tali politiche vanno soppesate
l’adeguatezza e l’efficacia sul terreno del mantenimento e della
implementazione del sistema dell’istruzione come presidio di pari
opportunità, di pluralismo, inclusività, non discriminazione. Va perciò
innanzitutto valutata la capacità di assicurare alle scuole le
condizioni di contesto (risorse, riferimenti ordinamentali, strutture e
servizi) necessarie a porre in essere una offerta formativa di qualità,
nell’esercizio della loro autonomia .
La
valutazione di sistema assume quindi una funzione di controllo
democratico e perciò richiede partecipazione, coinvolgimento,
condivisione di tutti i soggetti coinvolti.
La
Flc Cgil rileva che sul terreno della valutazione di sistema, in
questi anni, si è determinata invece una ambiguità che ostacola
fortemente i processi di costruzione di consapevolezza e di assunzione
di responsabilità che dovrebbero invece connotarla.
E’
stato scelto di avviare la rilevazione nazionale degli apprendimenti
tramite i test INVALSI e la si è dichiarata obbligatoria utilizzando uno
stile impositivo ed autoritario in un momento in cui la già
statisticamente significativa propensione delle scuole verso questa
rilevazione si stava rapidamente approssimando alla totalità delle
scuole stesse.
Al
tempo stesso la rilevazione è stata sovraccaricata di significati e
funzioni fino ad essere considerata quasi come valutazione di sistema
tout court.
Ma
una qualificata valutazione di sistema non assume come unico parametro
gli esiti apprenditivi e considera invece una pluralità di indicatori
al fine di correlare gli apprendimenti alle condizioni di contesto nelle
quali essi si sono prodotti.
Anche
alla luce di ciò, appare manifestamente infondata l’operazione di
utilizzare gli esiti dei test Invalsi come valutazione dei docenti o
delle singole istituzioni scolastiche.
Né gli esiti dei test possono sostituire la valutazione formativa cui
ogni alunno ha diritto e che, doverosamente e opportunamente, è in capo
ai docenti. Coerentemente, la FLC ha chiesto infatti l’abolizione della prova nazionale Invalsi per l’esame conclusivo del primo ciclo.
La disposizione contenuta nell'art. 51 del decreto-legge 9 febbraio
2012, n. 5. ci sembra un tentativo di bypassare le regole che
presiedono alla vita democratica delle scuole e nel contempo i diritti
dei lavoratori e delle lavoratrici. Stabilire che le rilevazioni
nazionali degli apprendimenti rappresentano ordinaria attività di
istituto non esime le scuole dal passaggio in collegio dei docenti per
deliberare la somministrazione delle prove e predisporne l’inserimento
nel piano annuale delle attività, né le esime dalla remunerazione delle
attività, svolte sia dal personale docente che dal personale ATA,
connesse alle prove stesse.
La FLC Cgil valuta invece molto positivamente l'ordine del giorno
approvato in sede di conversione in legge del citato decreto-legge con
il quale il governo "si impegna affinché, ai fini di un adeguato
potenziamento del sistema nazionale di valutazione delle istituzioni
scolastiche, siano assicurati adeguati criteri, tra cui la previa
individuazione con metodo statistico del campione su cui effettuare le
rilevazioni, nonché la somministrazione delle prove mediante rilevatori
esterni adeguatamente formati e la diffusione dei risultati alle
istituzioni scolastiche coinvolte".
Crediamo che questo impegno non possa essere disatteso o relegato
alla valenza di mero auspicio. Dare attuazione ai contenuti
dell’ordine del giorno sarebbe un segnale significativo e apprezzato. Da
questo potrebbe avviarsi su basi nuove una proficua discussione sulla
valutazione del sistema di istruzione, da svolgersi in tempi rapidi e
suscettibile di esiti operativi sul piano della chiarezza delle
finalità, della condivisione dei processi, della costante verifica
dell’adeguatezza di strumenti e procedure adottati, della definizione
delle connessioni tra valutazione esterna e autovalutazione delle
istituzione scolastiche, della trasparenza degli esiti delle rilevazioni
e del loro corretto utilizzo.
Il comitato direttivo nazionale impegna tutte le strutture a
diffondere il presente documento e impegna la segreteria nazionale ad
avviare tavoli di confronto tra parti sociali – associazioni
professionali - forze politiche e governo sul tema del sistema nazionale
di valutazione sulla base della proposta della FLC CGIL così come
approvata nel comitato direttivo del 30/31 maggio 2011 e ad organizzare
una iniziativa nazionale immediatamente dopo la pausa estiva.
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