Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

domenica 15 aprile 2012

“Manifesto per un soggetto politico nuovo”


A fine marzo sul quotidiano Il Manifesto viene pubblicato il documento suddetto, firmato da numerosi giornalisti, scrittori, intellettuali, ecc. a cui hanno fatto seguito numerosi interventi, critici e non. Abbozziamo una sintesi, coscienti di tralasciare parti, magari significative, data la complessità e la lunghezza dello scritto. Tuttavia, al di là delle condivisioni\convinzioni personali, ci sembra una buona piattaforma di discussione perché ricco di spunti, riflessioni, indicazioni,  anche  pratiche, utili in tempi di elezioni amministrative. Vediamo
-          In tutto il Mondo della democrazia rappresentativa, c’è una frattura netta, incolmabile, tra partiti politici e società civile; da qui il bisogno di riscrivere le regole della democrazia, abolire i privilegi e la concentrazione di potere, cambiare le istituzioni. Il “palazzo” (potere) da diversi anni, rappresenta solo se stesso.

-          Da qui la necessità di inventare un soggetto politico collettivo nuovo ed una politica radicalmente diversa, anche a livello europeo.
-          I soggetti ai quali si rivolge il Manifesto sono il proletariato diffuso, precario, la classe media impoverita, i micro-produttori e lavoratori autonomi di seconda generazione, in sintesi i nuovi poveri,  vittime delle politiche neoliberiste i cui manovratori sono sempre più astratti, invisibili ma pervasivi.
-          “Diffondere il potere non concentrarlo: bisogna innescare un processo opposto che destituisca, decostruisca, ceda, decentri, abbassi, distribuisca, diffondi il potere”. Bisogna riaffermare la validità della dimensione territoriale locale. Il Comune è il soggetto fondamentale. Ridare spazio e potere ai Comuni e metterli in contatto tra loro.
-          Valorizzazione profonda dei beni comuni e dei diritti ad essi collegati. Nuovo indirizzo politico espresso dal basso e soprattutto dalla cittadinanza attiva. Il Comune come interfaccia e interazione con le forze e la società civile. Il nuovo soggetto politico dovrebbe impegnarsi sia dentro che fuori le istituzioni.
-          “il sistema rappresentativo è l’unico che garantisce la partecipazione di tutti i cittadini in condizioni di voto segreto. Esso gioca di conseguenza un ruolo insostituibile, ma per  affrontare l’attuale crisi, deve essere associato alla democrazia partecipativa”. Quest’ultima stimola e controlla la qualità della rappresentanza e la qualità della politica pubblica.
-          Per lo spazio pubblico di più grande emergenza, l’ambiente, “ una visione ecologica e del Mondo incentrata sui beni comuni richiede una trasformazione qualitativa e relazionale del rapporto tra spazi pubblici e privati, così da perseguire la giustizia ambientale e sociale”.
-          Come? Gli AA guardano al Laboratorio Napoli con diverse Consulte divise per macro aree che si interfacciano con i singoli assessorati attraverso il ruolo dei facilitatori. Il processo partecipativo è normato e calendarizzato; oppure per un grande numero di cittadini la consultazione è il referendum on-line, previa informazione  delle decisioni da adottare. Un altro è il Party (partecipazione attiva riunendo tavoli interagenti) che permette di discutere insieme e decidere, sia su questioni locali che nazionali. Un’assemblea,  divisa in tavoli di 10-15 persone che affrontano i temi a loro sottoposti con un conduttore e un verbalizzatore. Poi una sintesi delle proposte emerse da discutere e approvare in sede plenaria. In breve, il modello di democrazia partecipativa iniziata a Porto Alegre-Brasile.
-          “La struttura del nuovo soggetto non sarebbe piramidale ma confederale (orizzontale), senza un centro nazionale fisso ma con un coordinamento itinerante e a rotazione che si sposta da Regione a Regione”
-          Il soggetto nuovo deve superare il  modello dell’unificazione degli omogenei (chi la pensa nello stesso modo, stessi valori, ideali, linguaggi) che è esclusivo, creando, invece, una connessione tra le diversità: culturali, etniche, linguistiche. Una organizzazione politica, un grande laboratorio, inclusivo, di contaminazione-connessione-ibridazione tra identità.
-          Infine, la sfera di una nuova etica dei comportamenti e delle passioni: l’autodisciplina, un codice comportamentale , uguaglianza, cooperazione fra generi, inclusione,  rompendo con le pratiche politiche che hanno  caratterizzato e attraversato l’ultimo ventennio.
Discussione aperta.

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