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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

giovedì 19 gennaio 2012

SCUOLA VALORIZZA» PARTI UGUALI TRA DISUGUALI

OPINIONI - Giuseppe Caliceti

Ci risiamo con le prove Invalsi e le Sperimentazioni sulla qualità. Ci si affida di nuovo, per giudicare l'efficienza del sistema scolastico, a criteri docimologici che escludono i ragazzi più deboli e fragili. E sono comunque parziali. Invece le prove Invalsi continuano. Sono calate dall'alto, sono discriminanti, fanno "parti uguali fra disuguali", come scriveva don Milani.
A che servono le valutazioni scolastiche? A valutare i ragazzi? No, i docenti e le scuole. Le valutazioni servono solo per tagliare. Per dare sempre di meno a chi ha di meno. A umiliare. Si vuole sempre più accanitamente una scuola pubblica con funzioni di mero assistenzialismo sociale. I docenti sono sempre meno docenti e sempre più babysitter e/o assistenti sociali. E sono come al solito capri espiatori ideali.

Sperimentazione del progetto "Valorizza", fortemente voluto dal ministro Gelmini e ripreso dall'attuale ministro Profumo. Siamo alle solite. Coinvolte trentatre scuole italiane, collocate in Piemonte, Lombardia e Campania, che "volontariamente" si sono impegnate in un percorso di valutazione interna (condotta da un nucleo formato dal dirigente scolastico e due docenti scelti dal collegio), per scegliere i colleghi considerati migliori. Secondo il giudizio espresso da chi? Dai genitori, dagli studenti, nelle scuole superiori, dai colleghi, dal preside.
È la fiera della vanità e dei leccaculo, che esistono anche a scuola. Ai colleghi "bravi per sentito dire" è stata elargita una quattordicesima. Anche le prove Invalsi ormai vengono somministrate per individuare le scuole più carenti e per accertarsi del livello di competenza degli insegnanti che vi operano. Per penalizzare chi è più in difficoltà, non per aiutare.
Per chi avesse ancora dei dubbi in merito, ricordiamo la lettera di intenti del Governo all'Unione europea del 26 novembre scorso dove si legge: «L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove Invalsi), definendo per l'anno scolastico 2012-2013 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti». Nella valutazione degli insegnanti del progetto "Valorizza" non c'è nulla o quasi di oggettivo. Siamo a un approccio "reputazionale" della professionalità docente. Chi parla male di chi. Chi parla bene di chi. E allora perché parlar male di amici? Meglio parlare bene, che ci si guadagna tutti e si evitano problemi, che già nella scuola di oggi ce ne sono tanti.
Ridicolo. Triste. Discriminante.

Note a margine. Così si legge sul sito ufficiale dell’Invalsi

  • effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV);
  • studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta formativa;
  • effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;
  • predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado.

Vi sono altri punti, ma sostanzialmente il tutto ruota intorno al 4° , ovvero la somministrazione annuale e relativa valutazione di una prova scritta nei diversi ordini  in tutte le scuole italiane. Giustamente l’autore sottolinea la scarsa oggettività della valutazione; di fatto si accomunano scuole che hanno aule nei garage, come abbiamo visto nelle inchieste di Report o quelle senza laboratori o palestre, così diffuse nel centro-sud, a quelle, magari del centro di Milano. Scuole di “confine” nelle periferie urbane, quelle con classi pollaio, quelle dove vi è una significativa presenza di alunni stranieri. Oggi la maggior parte delle scuole italiane versano in condizioni economiche disastrose dopo i tagli drastici Gelmini-Tremonti. L’unica ristrutturazione che si dovrebbe fare è quella di questi ministri incompetenti e cialtroni. L’unica possibilità per uscirne è quella di stanziare risorse per ammodernare edifici scolastici fatiscenti, carenti. Istituire corsi di formazione professionale  per insegnanti e dirigenti, che non siano quei corsi improvvisati per favorire questo o quel politico, ma progettati con serietà, analizzando i bisogni di una popolazione e il suo contesto ambientale in profonda  trasformazione storico-sociale. Ripensare gli apprendimenti con metodologie nuove. Finirla con la logica della pura meritocrazia  e dell’addestramento al mercato. Perché quello che l’Invalsi non potrà mai certificare è quel ruolo fondamentale che la scuola pubblica ancora offre: il rispetto delle differenze, la solidarietà, valori come la pace e la giustizia, il rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri, anche se “fuori” c’è la giungla! Certo non è dovunque così, non siamo così ingenui, infatti hanno lavorato per decenni perché non sia ovunque così, altrimenti adesso, sicuramente, avremmo una società diversa.


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