La manifestazione del 15 ottobre sarà un appuntamento importante a livello europeo e globale, sicuramente non risolutivo, ma darà la misura, il termometro, dell’onda di indignazione che segue la crisi economica e politica a livello planetario. Vale la pena riportare le riflessioni del gruppo Uninomade perché sicuramente interessanti. La prima è sulla natura del movimento, da tempo sulle maggiori piazze europee, e adesso, anche USA.
Diverso dalle forme organizzate dei movimenti degli ultimi anni, quello attuale è un movimento fluido, come l’acqua, che si ricompone e scompone, interessato da fenomeni carsici e da irruzioni improvvise, senza una struttura organizzativa ben definita. Eppure capace di individuare con chiarezza la natura e le cause delle problematiche in atto. Ma : “ le lotte che si stanno producendo dentro la crisi sono connotate da elementi di radicalità” perché, aggiungiamo noi, la situazione sociale, è tale, da inglobare sempre di più fasce “medie” verso nuove povertà, e questo produce instabilità del\nel sistema. Per quanto concerne l’Italia si fa notare che:” la sovrapposizione della lunga agonia del berlusconismo ai tempi incalzanti della crisi economica e finanziaria globale, produce una serie di illusioni e distorsioni ottiche tanto da far pensare che Berlusconi e il suo governo siano responsabili di una crisi che da 4 anni sta terremotando il pianeta” Cioè, questo ci ha fatto perdere di vista la vera natura del problema: “ponendo ai margini della discussione pubblica la profondità con cui la crisi stessa sta investendo le categorie e gli istituti fondamentali con cui la politica moderna è stata pensata e articolata”. Tanto che i Bagnasco, Napolitano, Marcegaglia, Draghi preparano vie d’uscita dalla crisi, con il : “tentativo di determinare una soluzione neo-liberale di una crisi che è anche crisi del neo-liberalismo; di garantire la continuità di un sistema in crisi, e dunque in ultima analisi la continuità della crisi”. Appaiono evidenti :la minaccia della paralisi del sistema creditizio, crisi dei “debiti sovrani”, indebolimento dell’euro, un mutamento dei ruoli della BCE e FMI . Ed ancora:” Sotto il profilo storico, il capitalismo si è sempre legittimato sulla base della sua capacità di incrementare la ricchezza sociale e di allargare la scala della sua distribuzione… del benessere” (con forme e modi naturalmente criticabili). Ma è questa “continuità storica che si è spezzata. Le misure di austerity, lo smantellamento dei sistemi contrattuali e di protezione sociale, le privatizzazioni…giustificate esclusivamente da criteri tecnici di contabilità a breve termine”. “Quella che chiamavamo un’uscita neo-liberale dalla crisi del neoliberalismo ha come sua condizione fondamentale l’intensificazione della dinamica attraverso cui beni materiali e immateriali, la vita e il lavoro di intere popolazioni vengono -risucchiati- e quotati all’interno dei mercati finanziari globali. E’ questa la forma contemporanea della distruzione delle –forze produttive- come uscita dalla crisi”. (vedi Val Susa). Salta in questo contesto la mediazione dello Stato, perché.” i mercati finanziari globali sono divenuti sedi eminenti di autonoma politicità e legalità.. procedure di commissariamento. A nulla valgono i richiami di certe forze politiche come:” la riconquista della sovranità nazionale, un nuovo equilibrio tra economia reale e finanziaria, la- stabilizzazione- dei precari, qualche dose di –partecipazione-per rivitalizzare la democrazia e le sue istituzioni parlamentari, perché le trasformazioni del capitalismo hanno carattere strutturale ed esibiscono elementi di irreversibilità”. Che fare? “Abbiamo bisogno di spazi in cui una nuova forza-invenzione ri-orienti tanto la pratiche teoriche quanto le pratiche politiche”. “Porsi in una prospettiva costituente significa cominciare a pensare ed agire la costituzione vigente oltre e i suoi criteri di legalità e legittimità…elementi materiali di programma attorno ad un nuovo “welfare del comune”. Parlare di “diritto all’insolvenza” ed “europeizzazione del default” strumento di ricatto del capitale finanziario. Infine:” Il 15 ottobre può essere un momento importante in questo percorso, ma è nella quotidianità delle lotte che la tensione costituente deve vivere e crescere”. Spazi di riflessione ce ne sono, anche se non sempre di immediata lettura
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