Motto

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.-B.Brecht

lunedì 31 ottobre 2011

LETTERA ALLA UE


Leggere il testo integrale della lettera che Berlusconi ha inviato alla UE è molto istruttivo e quindi consigliato. Si capisce, tra le righe, che il gioco è truccato, una commedia con attori che recitano ruoli ormai vecchi e consunti, ma seguiti da comparse che fanno di tutto per farsi notare. Nella lettera si cita:” (Il Governo).. abbiamo  seguito sin dall’inizio della crisi una politica attenta e rigorosa”. Che dire, fantastico. Negata fino a qualche mese fa, una crisi economica strutturale che ha avuto dal 2008 effetti devastanti sul tessuto sociale, ora si  accorgono che esiste.
La UE “accoglie con favore i programmi per le riforme strutturali per rafforzare la crescita (?) e per la strategia di consolidamento fiscale”. Altri attori, i segretari di CISL e UIL, sindacati di “appoggio”  che hanno apposto la loro firma separata in calce alle “riforme”, adesso “indignati”, pronti allo sciopero. Il loro sembra il gioco delle tre carte: alzare la posto per ottenere qualcosa in più? Rilanciare un’immagine un po’ opacizzata? Spingere sull’acceleratore e al momento opportuno isolare, per indebolire di nuovo CGIL e FIOM? O avendo fiutato la crisi di governo, abbandonarlo prima di essere trascinati in fondo? Poi Confindustria, il cui unico rimedio alla crisi sono i licenziamenti. Ma qual è il contenuto della famosa lettera? Libertà di licenziamento per “motivi economici”; entro maggio 2012 il governo varerà una Legge per cui ai dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato, sarà corrisposto un risarcimento monetario, ma non avranno più il diritto di reintegro sul posto di lavoro, tramite ricorso al giudice. “Motivi economici” sostanzialmente autocertificati dai datori di lavoro; usati per colpire, eventualmente,   dipendenti scomodi o per altri motivi di maggiore redditività. Così si potrà licenziare una parte dei lavoratori e spremere bene bene i rimanenti, sotto un ricatto infinito. Si afferma, poi, di ridurre e controllare i contratti atipici, in modo da favorire l’assunzione stabile dei più giovani, rilanciare l’apprendistato e l’incentivazione al lavoro femminile. Prescindiamo dal fatto che siamo in …Italia, l’evidente contraddizione si può leggere così: licenzio chi mi dà fastidio, chi è tutelato (a questo punto era) e faccio entrare il precario decennale, senza garanzie, sicuramente più docile e sfruttabile, salario basso e sindacalizzazione vietata! La lettera contiene poi il blocco del turn-over dei dipendenti pubblici, cioè semplicemente la proroga. Quelli in eccesso (stime dicono circa 300 000 tra statali e parastatali) trasferibili d’ufficio in altra sede o incarico (alla faccia della professionalità), anche fuori dal comune di residenza. L’età pensionabile (“vecchiaia”) sarà elevata a 67 anni da qui al 2026, sia per uomini che per le donne. Per le lavoratrici del privato inizia già a gennaio il progressivo aumento dai 60 ai 65 anni. Ulteriore ristrutturazione di scuole e università con aumento delle rette, svendita del patrimonio pubblico, privatizzazione dei servizi pubblici. Questo il piatto forte, i veri obiettivi, poi di contorno: la riduzione dei parlamentari, abolizione delle province, liberalizzazione degli ordini professionali. Ci chiediamo se c’è qualcuno che ancora ci crede! Ma anche una pericolosa “riforma istituzionale” per rafforzare il ruolo dell’esecutivo e della maggioranza. Aspettiamo fiduciosi segnali di risposta dal centro-sinistra e dalla sinistra, dal sindacato , dalle associazioni e da tutte quelle realtà territoriali “antagoniste”, magari capaci di costruire una rete territoriale, qui nel magentino, allargandola in futuro nell’abbiatense e nel castanese,  non solo di informazione, ma di collegamento permanente, per così dire di “pronto intervento”, di solidarietà con le fabbriche in crisi, con i soggetti deboli, di elaborazione di piani per la difesa dei beni comuni e altro Oggi con il web è possibile! Altrimenti…..

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